I migliori giorni: recensione

Memori dei fasti avuti dal cinema italiano con commedie amare ad episodi incentrate su tematiche specifiche, il team Edoardo Leo/Massimiliano Bruno si presenta in sala con un lungometraggio composto da quattro storie ambientate in determinate ricorrenze dell’anno, il cui scopo è quello mostrare il meglio e il peggio di noi italiani di fronte alle festività e a quello che portano dietro.

Con il titolo I migliori giorni, il film in questione cerca quindi di fare il punto tentando la carta della risata graffiante e della battuta ad effetto, che possa lasciar pensare tra le righe delle sue molteplici parentesi ironiche votate a divenire imminente tragedia.

Nel primo episodio, La Vigilia, è possibile assistere ad una tragicomica cena organizzata dalla politicante Stefania (Anna Foglietta), la quale invita anche i suoi due fratelli Gianni (Leo) e Luca (Bruno), che sono due mentalità agli opposti riguardo alla faccenda della pandemia e del vaccino; il primo pro-vax ed il secondo no-vax, pronti a darsi contro anche nel corso della cena organizzata dalla loro sorella.

Nel secondo episodio, Capodanno, l’uomo di potere Bruno Amenta (Max Tortora) per beneficenza decide di trascorrere assieme alla famiglia, la moglie Benedetta (Giorgia Salari) e la figlia Martina (Mariachiara Dimitri), l’ultimo dell’anno in una pro-loco per meno abbienti, giusto per alimentare la sua immagine di milionario buonista; ma tra i vari barboni presenti ci sarà anche una vecchia conoscenza, tale Alberto (Paolo Calabresi), pronto a trasformare la nottata in un tragico faccia a faccia.

Nel terzo episodio, San Valentino, troviamo la coppia sposata composta da Gianni (Luca Argentero) e Sonia (Valentina Lodovini), pronta a passare l’ennesima cena insieme durante la festa degli innamorati; senza però calcolare gli effetti che potrebbero causare sulla segreta amante di lui, Clarissa (Maria Chiara Centorami), e la compagna di quest’ultima, Daniela (Greta Scarano).

Nel quarto episodio, 8 marzo, la protagonista è la conduttrice televisiva di successo Margherita (Claudia Gerini), con alle spalle una fresca tragedia di famiglia; le cose peggiorano quando nello studio dove lavora, l’autore Paolo (Stefano fresi) le chiede di seguire una parte del copione non condiviso dalla donna, facendo capire che ben altre sono le esigenze oltre a quelle di voler fare successo ad ogni costo.

Grazie a quello sguardo tanto caro alla vecchia Commedia all’italiana, il duo Leo/Bruno si unisce per poter ricreare con I migliori giorni uno spaccato degno di quel cinema che fu, dirigendo a metà i quattro episodi qua presenti, due ciascuno, calibrando il tutto grazie al ricco cast che hanno a disposizione.

Al di fuori di queste intenzioni, l’opera in questione però, dopo un avvio abbastanza accattivante, non perfetto ma equilibrato per ciò che deve raccontare, poi tira un po’ la corda e decide di mostrarsi più serio del previsto, perdendo parte della credibilità di fondo che la sosteneva; se i primi due episodi, La Vigilia e Capodanno, le loro idee e trovate le espongono con fare accattivante, capace di mettere su un giusto livello qualunquismo e populismo, che in questi casi fanno sempre la loro scena nonostante tutto, arrivando a San Valentino e 8 marzo tale equilibrio si perde, tanto che i nostri due registi risultano molto più ambiziosi a riguardo, credendo di dispensare perle di cinema impegnato in un’opera che dell’impegno avrebbe potuto anche fare a meno, nonostante le intenzioni più che sentite.

A conti fatti un’opera riuscita a metà, composta da due episodi che riescono a mantenere sullo stesso piano risate e riflessioni, e altri due che stuccano per quanto ambiziosi nella loro voglia di differenziarsi nella forma e, soprattutto, nei contenuti.

Mirko Lomuscio