Ghiaccio-nove: recensione

Titolo originale Cat’s cradle (in italiano “ripiglino”, quel gioco di elastici tra le dita come si vede in qualche copertina americana), Ghiaccio-nove è uno dei romanzi più divertenti, ironici e surreali di Kurt Vonnegut, con un girotondo di scienziati, politici, e gente comune impegnati nella ricerca della sostanza più importante e pericolosa del mondo, una forma di ghiaccio (il ghiaccio-9) in grado di congelare qualsiasi cosa esistente, già a temperatura ambiente.

Una storia che si rivela apocalittica, che parte da un romanziere che vuole scrivere un libro sulla fine del mondo e per questo decide di mettersi sulle tracce dell’inventore della bomba atomica, il Dr. Frank Hoenikker. Il viaggio lo porterà molto più lontano di quanto avesse previsto, e lo metterà in contatto con personaggi bizzarri, estrosi, kafkiani.

Nel suo stile asciutto ed essenziale, Vonnegut si diverte a trascinare il lettore in una vicenda folle, in un misto di umorismo nero e parodia di costume, con continui salti cronologici, e la sensazione che niente sia davvero come appaia. L’autore è sballottato di continuo sull’orlo del dubbio, libero di leggere la vicenda come una grande fantasia onirica, o orientarsi invece sulla riflessione. Le tematiche del resto sono di filosofia universale. Il libero arbitrio e il rapporto tra l’uomo e la tecnologia. La religione come realtà, bisogno, invenzione dell’uomo o come mezzo per rendere la vita sopportabile (nella descrizione del bokononismo, con pagine assolutamente esilaranti). L’accettazione dell’infelicità e il conflitto con l’inevitabile.

Forte anche la dimensione allegorica, se contestualizzato nel momento storico (inizio anni ’60), in cui la Guerra Fredda e la crisi missilistica cubana rendevano vivo il rischio imminente di una catastrofe nucleare.


Kurt Vonnegut (Indianapolis 1922, New York 2007)  scrittore e saggista, dopo un esordio nella fantascienza, si dedica a una letteratura originale, in cui va mescolando fantasia, satira politica, sociale e di costume, umorismo nero si è andata caratterizzando per una originale mescolanza di elementi fantastici, satira politica, sociale e di costume e humour nero. Tra le opere più famose, Mattatoio n.5

 

Eleonora Carta

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