Fast X: recensione

Per la saga di Fast & furious è arrivato il momento di tirare le somme, realizzando per l’occasione una chiusura definitiva per questo franchise di successo che dal 2001 invade le sale cinematografiche di tutto il mondo; nuovamente sotto la guida produttiva del suo protagonista faro, ovvero il nerboruto Vin Diesel e uomo immagine dell’intera serie, si è quindi giunti alla prima parte di quello che dovrebbe risultare come l’epilogo definitivo, un capitolo dieci che apre le danze al gran finale (sono prossimi anche un undicesimo  e un dodicesimo film).

Con la solita massiccia presenza da kolossal su quattro ruote a cui ci hanno abituato, questo Fast X prende quindi il via a perdifiato, portandoci in giro per il mondo, facendo addirittura capolino nella nostra Italia, a Roma (anche se le location contano anche Genzano e Torino), e appoggiandosi ad un cast a dir poco esplosivo.

Dominic Toretto (Diesel) si sta godendo il meritato riposo assieme all’amata Letty (Michelle Rodriguez) e al figlioletto Brian (Leo Abelo Perry), al quale sta imparando tutto sui motori e sulla propria “filosofia di vita”.

Questo fino a quando qualcuno venuto dal passato non ha intenzione di interrompere tale idillio; lui è Dante (Jason Momoa), figlio del potente uomo brasiliano Reyes (Joaquim de Almeida) che Toretto stesso, assieme a Brian (Paul Walker), ha derubato a Rio de Janeiro per poi ucciderlo.

 

La vendetta di questo spietato nemico sarà letale, puntando innanzitutto agli amici di Dom, Roman (Tyrese Gibson), Tej (Ludacris), Han (Sung Kang) e Ramsey (Nathalie Emmanuel) , come anche ai suoi familiari, la sorella Mia (Jordana Brewster), coinvolgendo in questa apocalittica battaglia anche altri personaggi come la cyber terrorista Cipher (Charlize Theron), la giovane Isabel (Daniela Melchior), il fratello di Dominic, ovvero Jakob Toretto (JohnCena), gli agente federali Little Nobody (Scott Eastwood), Aimes (Alan Ritchson) e Tess (Brie Larson), quest’ultima figlia del compianto agente Nobody (Kurt Russell), ed infine Queenie (Helen Mirren) più suo figlio Deckard (Jason Statham).

Un gruppo di combattenti ed esperti dei motori che, tra esplosioni e minacce imminenti, cercheranno di porre fine ai piani malvagi del temuto Dante.

Nonostante la lavorazione di questo capitolo dieci non sia stata tra le più idilliache della serie, tanto che il regista inizialmente designato, cioè l’abituale Justin Lin di altri Fast & furious (da Tokyo drift a Furious 6, tornando poi al precedente capitolo nove), è stato licenziato per essere sostituito dall’esperto in action Louis Leterrier (Transporter 1 e 2, L’incredibile Hulk), Fast X giunge nelle sale senza però badare a spese, costruendo un’operazione blockbuster ormai cara a questa serie, con fare rispettoso verso i propri fan ma meno verso le logiche di un certo linguaggio cinematografico.

Non propriamente un difetto quest’ultima osservazione, dato che parliamo di una serie che si appoggia esclusivamente su l’utilizzo di inseguimenti mozzafiato e botte da orbi, mentre quando si affida al dialogo non fa altro che sciorinare continua filosofia spicciola da strada, sia nel bene che nel male, calcando quindi la mano su un proprio marchio di fabbrica che gioca molto sulla quantità e un po’ meno sulla qualità.

Portare a compimento un nuovo capitolo Fast & furious è ormai come completare una lista della spesa, dove ogni cosa programmata deve risultare presente; abbiamo i nostri beniamini (Diesel, Rodriguez, Brewster, Gibson, Ludacris, Kang, Emmanuel) come anche altri comprimari confermati (Theron, Statham, Mirren, Cena, Eastwood), new entry accattivanti (Larson, Ritchson, Melchior e Rita Moreno nei panni di un’anziana Abuela Toretto) e altre che fungono da perfetta nemesi (un Momoa sopra le righe , dal look improbabile,sembra rubare la scena), corse in macchina con esplosioni, combattimenti a mani nude, sparatorie, viaggi in giro per il mondo (oltre a una deflagrata Roma da cartolina, anche Rio de Janeiro, Londra e l’Antartide), colpi di scena (ce n’è uno finale molto caro agli affezionati della saga) e l’immancabile ricordo di Paul Walker, il cui fantasma aleggia tra le immagini di questo film come negli altri in cui è mancato.

Tutto ciò è stato ben amalgamato in questo Fast X, facendo contenti solo ed esclusivamente gli amanti del cinema baraonda, che tra “ignoranti” acrobazie e sciorinate parole da strada, trovano una propria filosofia del concetto di intrattenimento.

Mirko Lomuscio