Ennio: recensione

La sua musica è stata la colonna sonora della nostra vita, e mai affermazione è stata più vera nel mondo dell’arte; il suo seguito lo conosciamo tutti, che siamo amanti del cinema oppure semplici spettatori; un’eccellenza italiana la sua che ci ha fatto onore nel mondo e che ora viene celebrata come si deve, dopo averlo perso in quel vicino 6 luglio del 2020, data della sua morte.

L’immenso Ennio Morricone è stato molto più di un semplice autore musicale, ma un vero marchio di fabbrica, il quale univa il valore delle sette note del pentagramma con l’elevazione spettacolare di un qualsiasi lungometraggio a cui partecipava; è così che nel 2021, uno degli autori con cui collaborò di più, ovvero Giuseppe Tornatore, dedica a lui un documentario che narra la sua vita e mette in scena le ultime testimonianze del noto maestro, mostrando in più di due ore e mezzo di durata tutto ciò che c’è da scoprire del Morricone uomo, artista e celebrità.

Ennio è tutto questo, un’intervista esauriente allo stesso musicista che parte dai primi passi di questo artista, sia in senso esistenziale che professionale, fino a giungere alla sua esperienza di arrangiatore per canzoni celebri italiane e poi compositore per la RAI; di lì a poco tempo arriva quindi nel 1961 la possibilità di realizzare la sua prima colonna sonora, per Il federale di Luciano Salce, e dopo una carriera ricca di ispirazione, propria ma anche da infondere agli altri, nel segno di una carriera che ha brillato di mitologia collaborando con registi come Sergio Leone, Elio Petri, Gillo Pontecorvo e Tornatore stesso, ma rimpiangendo anche mancate partecipazioni come Arancia meccanica di Stanley Kubrick.

Infine coronando il tutto con due premi Oscar, uno alla carriera e uno nella categoria colonna sonora con The hateful eight.

E nel mentre la testimonianza di chi Morricone lo ha conosciuto bene, sia nel professionale che nel privato, scaturendo di conseguenza un’immagine a dir poco inedita di questo singolare artista all’apparenza taciturno e defilato, ma invece ricco di sensibilità per il prossimo espressa innanzitutto in note musicali e in spartiti senza tempo.

Per tanto scorrono in questo Ennio le dichiarazioni di tutto il dicibile di cinquant’anni del mondo dello spettacolo, tra musica e cinema; Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Hans Zimmer, John Williams, Terrence Malick, Barry Levinson, John Williams, Gianni Morandi, Caterina Caselli, Wong Kar-Wai, Dario Argento, Quincy Jones, Bernardo Bertolucci, James Hertfield, Gino Paoli, Bruce Springsteen, Joan Baez, Roland Joffé, Carlo Verdone, Alessandro Alessandroni, Enzo G. Castellari, Phil Joanou, Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, David Puttnam, Roberto Faenza, Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Nicola Piovani, Zucchero, Silvano Agosti, Pat Metheny, Liliana Cavani, Franco Piersanti, Franco Migliacci, Edoardo Vianello, Boris Porena, Sergio Basetti, Federico Savina, Miranda Martino, Tonino Poce ed infine Tornatore.

Questi la gran parte degli interventi filmati nel presente documentario, emozionante e trainante nell’enfatizzare la carriera di questo personaggio più unico che raro del nostro paese, attraversando con mirabile sensibilità anche sue parti personali, come il complesso approccio col proprio maestro Goffredo Petrassi o l’amore per la moglie Maria, compagna di una vita nonché sua collaboratrice numero uno nello scoprire la validità delle proprie colonne sonore.

Ennio ci fa conoscere questo lato mai abbastanza esposto di Morricone, un appassionante documentario che Tornatore assembla nel corso di anni di lavorazione, grazie ad un ottimo montaggio a cura del fido Massimo Quaglia, accumulando così tutto l’amore che ogni singolo personaggio ha provato ascoltando la musica del maestro per poi mostrarcelo nelle bellissime immagini di questo prodotto.

E credeteci, a visione conclusa non potrete fare a meno di canticchiare nelle mente le più belle musiche composte dal grande Morricone.

Mirko Lomuscio