Bob & Marys – Criminali a domicilio: recensione

Bonnie e Clyde di Gangster story, Kit e Holly de La rabbia giovane, Mickey e Mallory Knox di Natural born killers – Assassini nati; queste sono solo alcune di quelle copie criminali che hanno troneggiato nel mondo del cinema, rilegando la loro malevola esperienza in un culto assoluto tra milioni di spettatori.

Ora, in Italia, a seguire le loro tracce, ma in modo molto diverso e con fare meno consapevole in riguardo, arrivano i due italiani Roberto e Marisa, ovvero i protagonisti della nuova dark comedy intitolata Bob & Marys – Criminali a domicilio, diretta da Francesco Prisco, autore del noir Nottetempo.

La storia prende spunto da fatti realmente accaduti nel napoletano, dove alla voce camorra una coppia di incauti coniugi si sono ritrovati nel mezzo di un losco affare.

Interpretati rispettivamente da due attori forti come Rocco Papaleo e Laura Morante, marito e moglie sono nel mezzo di un matrimonio decennale, ora coronato dal sogno della propria figlia Ursula (Simona Tabasco), prossima alle nozze con Mario (Andrea Di Maria), guardia giurata dall’andazzo indeciso, i quali sono in dolce attesa di un bambino.

Avendo deciso di andare a vivere in un’altra casa, lasciando quindi il loro appartamento ai novelli sposi, Roberto e Marisa ritroveranno ben presto invasa la propria vita di coppia da una minaccia di non poco conto; bussano alla porta della loro nuova abitazione un gruppo di personaggi loschi, che in cambio del loro silenzio decidono di utilizzare l’abitazione dei due come luogo di “Accuppatura”, ovvero una sorta di magazzino per alcune scatole losche che vengono lasciate momentaneamente.

L’evento sconvolgerà Roberto e Marisa, tant’è che entrambi non sanno ancora bene verso che pericolo andranno incontro, ma ribellarsi al gruppo di criminali non sarà cosa facile; ma qualcosa toccherà inventarsi per poter uscire da quel losco intrigo.

Con occhio rivolto verso i fatti reali a cui si ispira, Bob & Marys – Criminali a domicilio intende raccontare questa trama veritiera senza strafare in momenti esagerati, rimanendo su una linea narrativa che limita i due protagonisti, i sacrificati Papaleo e Morante, ad una performance priva di guizzi e molto moderata, se non proprio anonima.

Gestire una dark comedy, si sa, non è cosa fin troppo facile, e Prisco con la sua pellicola cerca di seminare un po’ di sana ironia in mezzo a questo contesto intriso di dramma viscerale, ma a conti fatti si arriva all’epilogo senza aver mai emesso un sorriso e neanche un sussulto emotivo per i fattacci qua raccontati.

Magari l’idea era quella di narrare parentesi riguardanti criminali malavitosi partenopei lontano dal punto di vista di un Gomorra qualsiasi, cercando un approccio più internazionale, soprattutto se legato all’ironia di un cinema caro ai fratelli Coen; ma in Italia, quando si tratta di trarre ispirazione da questi due autori influenti , si dimentica sempre che il loro approccio ironico noir risulta essere consono ai fatti descritti, molto legati alle terre americane delineate.

Dalle nostre parti l’ironia è sempre stata sfruttata sotto una certa forma di farsa, cosa che Bob & Marys – Criminali a domicilio si accinge di fare dai primi fotogrammi, rimangiandosi poi tutto, portando la sua trama in una resa che a conti fatti non è né carne, né pesce, attorniando il tutto di personaggi sì folli (Giovanni Esposito nei panni di un criminale in cerca di redenzione, Francesco Di Leva e Antonino Iurio in quelli dei pericolosi malavitosi, Gianni Ferreri padre dello sposo), ma inutili alla causa e vittime di una scrittura poco chiara nelle intenzioni (script a cura di Prisco stesso, assieme ad Annamaria Morelli e Marco Gianfreda).

Mirko Lomuscio