Attenti al gorilla: recensione

E’ l’uomo a discendere dalla scimmia oppure è viceversa? Certo, domanda assurda, su questo non ci piove, ma stando al nuovo film di Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud e Un boss in salotto, potrebbe essere anche un quesito da non sottovalutare, soprattutto se si rende conto all’assurda trama che lo compone.

Protagonista un cast che comprende i volti di Frank Matano, Cristiana Capotondi, Lillo Petrolo, Francesco Scianna, Diana Del Bufalo, Massimo Di Lorenzo più la voce di Claudio Bisio, Attenti al gorilla è un appuntamento che promette comicità surreale a tutto va, appoggiandosi ad uno spunto meramente animalista per abbracciare poi una comicità tipica del nostro cinema.

Ciò che ha ispirato innanzitutto Miniero sembra sia stato un fatto avvenuto negli U.S.A., dove una sentenza riconosce ai gorilla uno status di “persona non umana”, quel tipo di cosa che non può lasciare indifferenti gli addetti di cinema; con questa pellicola quindi siamo di fronte all’atipica storia dell’avvocato Lorenzo (Matano), un uomo separato dalla moglie Emma (Capotondi) e con tre figli carico, il quale, pur di ottenere qualcosa di buono dalla sua vuota esistenza, decide di far causa allo zoo della sua città, riuscendo addirittura a vincere il processo.

Unico svantaggio: dovrà occuparsi del gorilla e quindi a Lorenzo con tanta pazienza, e con l’aiuto degli amici Jimmy (Petrolo) e Concita (Del Bufalo), dovrà ospitare nella propria casa il primate, affinché possa poi trovare una degna sistemazione all’animale.

E nel mentre cercherà di aggiustare la sua situazione famigliare, dato che Emma, prossima alle nozze col nuovo compagno Alfonso (Scianna), è totalmente inconsapevole di quello che il suo ex-matito sta combinando.

Con un approccio che sembra volersi indirizzare innanzitutto verso un pubblico dei più piccoli, Attenti al gorilla arriva nelle nostre sale con tutta l’esilità del caso, quella che un prodotto del genere ha la premura di avere; solo che Miniero, già reo di aver usufruito di un tipo di ironia abbastanza infantile nelle sue commedie passate (salvo il dittico composto da Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord), qua rincara la dose e utilizzando come canovaccio questa situazione di un primate (con la voce pensiero di Bisio, che in verità la gran parte delle cose che dice sono incomprensibili) sfoggia un lungometraggio che più gratuito non potrebbe essere.

Nonostante il titolo, il gorilla che dovrebbe “primeggiare” qua ci mette un po’ a trovare una ragion d’esistere, dato che per almeno la metà della visione si assiste esclusivamente alla situazione familiare tra Lorenzo (un Matano volenteroso) e Emma (una Capotondi versione partenopea), ma con un’esilità di sceneggiatura da far sembrare qualsiasi facile farsa un trattato di comicità; in più la trama getta carne sul fuoco coinvolgendo personaggi secondari a buffo (Di Lorenzo animalista in affari), battute gratuite senza senso (quella delle gemelle di Shining pronunciata da un Lillo sprecato) e risvolti secondari che dovrebbero giustificare l’esistenza di antagonisti macchietta (la Del Bufalo e Scianna che ruotano in cerca di un approfondimento nella storia, senza riuscire ovviamente).

Poi c’è tanta approssimazione registica da parte di Miniero stesso (notare la fugace partecipazione di Ernesto Mahieux ad esempio) ed a risentirne, come già accennato, è innanzitutto lo stesso scimmione, interpretato da un mimo inglese di nome Peter Elliott, esperto del settore dato che ha già preso parte a film come Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie e Gorilla nella nebbia; ecco, se proprio dovete recuperare un trattato di convivenza tra uomo e scimmie tanto vale ripescare questi ultimi titoli, e se volete anche divertirvi con un primate che risulti essere simpatico allora rivedetevi un qualsiasi spot della Crodino, perché con Attenti al gorilla di risate ne farete veramente poche.

Mirko Lomuscio