Ancora auguri per la tua morte: recensione

E ci risiamo: dopo aver passato giorni e giorni ad essere uccisa da un ignoto assassino, Tree, la protagonista di Auguri per la tua morte interpretata da Jessica Rothe, deve di nuovo fare i conti con la ripetitività di questa sua maledizione, cercando stavolta di rompere una volta per tutte tale flagello con una logica spiegazione scientifica.

E’ sempre il Christopher Landon del primo film a dirigere il tutto e con Ancora auguri per la tua morte si cerca di ripetere quella stessa formula che portò al successo il capostipite, ovviamente sempre prodotto dalla Blumhouse di Jason Blum (Scappa – Get out, Insidious, Blackkklansman), garanzia di trionfo ai botteghini (ma non sempre di qualità degne di nota).

Stavolta tutto prende inizio con una loop temporale di Ryan (Phil Vu), uno dei personaggi secondari visto capitolo precedente, il quale, tra un intricato interrogativo e l’altro, dovrà scoprire chi è quell’uomo mascherato che vuole insistentemente ucciderlo.

L’unica persona che può aiutarlo è Tree, la quale tale esperienza l’ha già provata sulla propria pelle, ma purtroppo per lei la ragazza si vedrà costretta di nuovo a dover rivivere il giorno del suo compleanno, finché non riuscirà definitivamente a mettere fine a questa maledizione.

Ed in più dovrà di nuovo fermare chi misteriosamente continua ad uccidere le persone che le sono attorno.

Se prima si guardava inevitabilmente al prototipo dei film da loop temporale quale è Ricomincio da capo di Harold Ramis, stavolta Landon con Ancora auguri per la tua morte decide di strizzare l’occhio alle teorie scientifiche e ultradimensionali presenti in un film come Ritorno al futuro parte 2, tanto da citarlo anche in una battuta del film; infatti, se nel primo capitolo tutto era messo ad un livello meramente fantasioso, lasciando che la protagonista Rothe rivivesse questa esperienza fino ad avere un cambiamento logico nei confronti della sua vita, stavolta invece si decide di buttarla sul fisico teorico, gettando nel mezzo una trama che porta i personaggi del film (non solo Tree quindi, ma anche i suo ragazzo Carter interpretato da Israel Broussard e così via) in una realtà parallela, una dimensione simile a quella che vivono ma con esiti diversi.

Ebbene sì, siamo nell’assurdo più totale con Ancora auguri per la tua morte e Landon, consapevole di ciò, fa divenire la sua opera una bizzarra commedia estremizzata, gettandola ormai sul solo ridere e relegando la trama slasher che primeggiava nel primo film come sfondo fine a se stesso.

A suo modo potrebbe anche essere un buon modo per gettare nuova linfa in qualcosa che sapeva di operazione fin troppo leggera, ma con questo sequel sinceramente le cose si fanno abbastanza confuse, a volte anche gratuite ed insensate, tanto che la stessa trama gialla incentrata sulla presenza di un nuovo serial killer è buttata abbastanza alle ortiche, per non parlare della prevedibile scoperta del colpevole assassino.

Qua c’è voglia di guardare esclusivamente a John Hughes e al Robert Zemeckis di Ritorno al futuro, come già accennato, e Landon, ormai totalmente a briglia sciolta, fa quel che vuole alla sua creatura, rompendo anche la magia della maledizione del primo film dando al tutto una spiegazione logica e scientifica, la quale rilega questo Ancora auguri per la tua morte come bizzarro fanta movie e non come sequel di un horror dagli spunti interessanti.

Se siete degli adolescenti di bocca buona potrà anche piacervi, nonostante l’eccesso di leggerezza nel complesso dell’operazione.

Mirko Lomuscio