…altrimenti ci arrabbiamo!: recensione

Pensare ai fasti del cinema di Bud Spencer e Terence Hill (al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti) fa anche ricordare i tempi di un cinema italiano che non c’è più ormai da tempo, fatto di artigianato, di caratteristi, di cascatori e di registi di mestiere, capaci di ricreare a modo proprio un intrattenimento internazionale che potesse far concorrenza anche ai colossi americani dell’epoca.

Questo per poter descrivere in poche parole la formula del successo di Bud e Terence, dei quali ovviamente conosciamo quasi tutti i loro titoli e che, tra questi, è ben riconoscibile ed individuabile un cult movie come …altrimenti ci arrabbiamo! di Marcello Fondato, uno dei massimi successi della nota coppia d’oro del nostro cinema, campione d’incassi del 1974.

Oggi, 2022, con parecchia acqua passata sotto i ponti e in un presente cinematografico italiano che dell’artigianato ne fa sempre più a meno, andando alla ricerca di spiccata autorialità anche quando non serve, ecco che si decide di voler omaggiare il mondo di Bud e Terence con un inaspettato reboot, che a conti fatti è un vero e proprio sequel, del suddetto …altrimenti ci arrabbiamo!, affidando la regia del tutto a quegli YouNuts! (al secolo Niccolò Celaia e Antonio Usbergo) già autori di Sotto il sole di Riccione, sfruttando un cast apparentemente adatto per l’occasione.

Se nei ruoli dei due protagonisti troviamo un paio di facce già rodate in altro cinema al di fuori della risata facile come quelle di Edoardo Pesce e Alessandro Roia, nei panni del villain di turno c’è invece un inedito Christian De Sica, mentre come contraltare femminile la presenza di Alessandra Mastronardi.

Siamo in una terra desolata, di indefinita posizione, ed in questo contesto si muovono le gesta di Carezza (Pesce) e Sorriso (Roia), amici inseparabili i cui padri erano anch’essi compagni di avventure, soprattutto quando si trattava di partecipare a qualche rissa di troppo per il bene della loro Dune Buggy rossa dalla cappottina gialla.

Il veicolo ben presto diverrà sinonimo di guai anche per i due ragazzi, soprattutto se a mettere loro i bastoni tra le “ruote” è il potente boss Torsillo (De Sica), il quale mira al contempo un terreno appartenente ad un gruppo circense che non intende dargliela vinta.

In tutto ciò Carezza e Sorriso ben presto si uniscono ai saltimbanchi del circo, tra cui c’è la bella Miriam (Mastronardi), cercando di dare filo da torcere a chi vive di sola prepotenza.

Già dai primi minuti di visione …altrimenti ci arrabbiamo! 2022 non intende essere un remake e si mostra come un sequel vero e proprio, magari con il buon senso di voler aggiornare ai nostri tempi il cinema delle scazzottate e della battuta ad effetto a cui molti di noi hanno assistito grazie a Spencer e Hill; ed a fronte di tutto ciò gli YouNuts! riempiono il loro film di citazioni e piccoli easter egg legati a quell’universo, tra battute prese dal ciclo Trinità e nomi estratti da altre pellicole in merito (il nome Torsillo che cita il villain da Banana Joe).

E tutto questo dovrebbe far contenti i nostalgici, ma fare poi i conti con la messa in scena del caso e il coinvolgimento di attori poco adatti è inevitabile, tant’è che non possiamo chiudere un occhio di fronte a questa trama, sì volutamente esile ma veramente poco sviluppata, che non lega le scene e le parentesi macchietta del caso, nonostante la leggerezza del tutto.

Il tono è certamente infantile, come infantili erano quei titoli anni ’70 e ’80, ma qua si sente la mancanza di una mano solida in cabina di regia, poco capace di gestire i suoi attori (chi meno ne risente è forse Pesce di tutto il lotto, mentre De Sica sciorina inappropriate battute da cinepanettone anche questo contesto) e dedita a cannibalizzare il comparto nostalgie con commoventi scazzottate, come commovente dovrebbe essere l’utilizzo della main song Dune Buggy degli Oliver Onions, proposta sia nella sua versione originale che rifatta (non proprio bene) da Federico Zampaglione.

Inutile girarci attorno, il nuovo …altrimenti ci arrabbiamo! è un prodotto prevedibilmente non riuscito, a malincuore c’è da dire, perché la formula delle scazzottate merita un aggiornamento di questi tempi, ma fatto così, in modo visivamente anche abbastanza misero sia livello creativo che produttivo (poche location, pochi momenti d’azione, risibili risse risicate) proprio no.

Diciamo che con questo titolo siamo più dalle parti di un Trinità e Bambino…adesso tocca a noi!, sequel anni ’90 del fagioli western con Hill e Spencer in cui i protagonisti sono i figli dei due scanzonati pistoleri; ma, nonostante la poca riuscita di quel film, almeno là dietro la macchina da presa c’era E.B. Clucher e la differenza si vede.

Mirko Lomuscio