Alamar: recensione

Il regista di Pedro Gonzàlez-Rubio, di origini messicane nato a Bruxelles, ambienta il suo film Alamar nell’atollo di Banco Chinchorro, che possiede una delle barriere coralline più grandi al mondo, nel mare cristallino del Messico, in cui risiedono migliaia di pesci.

Di per sé, questo magnifico luogo è stato dichiarato, nel 1996, Riserva Naturale della Biosfera dall’UNESCO, e si stanno facendo enormi sforzi per farlo diventare Patrimonio dell’Umanità. C’è da dire che Banco Chinchorro è separato dalla costa da un braccio di mare di 35 km e per raggiungere il villaggio più vicino occorrono quasi tre ore di barca, particolare che ha contribuito a mantenere questo luogo una delle zone più incontaminate dei Caraibi.

I protagonisti del film sono Jorge, un giovane pescatore di origine Maya, e suo figlio Natan di 5 anni, nato dal matrimonio con l’italiana Roberta, e da cui si è separato perché quest’ultima non vuole e non riesce a vivere in quel paradiso terrestre troppo selvaggio e lontano dalla frenesia e dalle comodità occidentali. Così, prima che il bambino inizi la scuola, vuole trascorrere del tempo con lui per fargli conoscere il suo mondo, di cui fanno parte il nonno pescatore Matrarca, la natura e il mare.

Attraverso questa pellicola, che somiglia molto a un documentario, Pedro Gonzàlez-Rubio non vuole evidenziare le differenze tra la vita spartana del padre e quella ricca, se così si può dire della madre, bensì mostrare e descrivere, grazie alla buona qualità delle immagini, la connessione e il legame esistente tra l’uomo e la natura.

Il piccolo Natan è perfettamente a suo agio in entrambi i mondi, non sente e non subisce il distacco e le differenze, al contrario ne apprende e ne assorbe il meglio da entrambi. I giorni scorrono fluidi, quasi in modo monotono, e ci si ritrova isolati dal caos urbano da cui tutti noi siamo abituati e in cui viviamo. Quindi, vedere questa pellicola è un po’ come tornare alle origini per apprezzare e ascoltare ciò che ci circonda.

Infatti, il tempo è scandito dalle azioni semplici e ciò che rende interessante questo film è quello di assistere a uno spaccato di vita reale, perché i personaggi non sono frutto dell’immaginazione del regista, ma esistono davvero.

Distribuito da Haora!Film, Barz and Hippo e Rossosegnale, e vincitore di numerosi premi in vari festival, dopo essere stato presentato alla Mostra del Cinema Iberoamericano di Roma il 9 ottobre 2011, Alamar sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 25 maggio.

 

Emanuela Giuliani

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