2night: recensione

In uno dei locali più in voga della movida romana, un venerdì notte, due ragazzi, trentenni, s’incontrano, entrambi desiderosi di passare la serata e la notte, in compagnia di qualcuno. A fare il primo passo è lei: sfrontata, libera e sicura di sé, chiedendo un passaggio in macchina. Lui, invece, è riservato e anche un po’ spaventato dall’aggressività della ragazza, ma accetta. Inizia così il loro viaggio notturno, alla ricerca di un parcheggio, tra i quartieri di Roma.

Il giovane regista Ivan Silvestrin, alla sua seconda opera cinematografica, ispirandosi e ricalcando fedelmente l’omonimo film israeliano, arriva in sala il 25 maggio con 2night. Girato in sole 2 settimane e con tutte le difficoltà di un budget limitato, il film vede la co-produzione tra Jando Music, Mounftlour Film e Rai Cinema.

L’obiettivo è quello di raccontare il cambiamento delle relazioni tra uomo e donna, in cui è proprio quest’ultima a muovere i fili dell’intreccio e decidere la strada verso cui indirizzare la relazione, mentre l’uomo è sempre più titubante e insicuro; tema purtroppo non raggiunto dalla pellicola.

I dialoghi banali e scontati contribuiscono ad allontanare, e sotto alcuni punti vista, ad annoiare lo spettatore, confuso dal racconto di una storia in cui i nomi dei due protagonisti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, resteranno sconosciuti, perché i due ragazzi non si presenteranno mai ufficialmente. Ciò aumenta il distacco e si nega ogni possibilità, se pur minima, di coinvolgimento, dato che i protagonisti resteranno due figure estranee che non susciteranno nessuna empatia.

Ad aggravare il tutto, il tentativo, mal riuscito, di mostrare che dietro l’atteggiamento aggressivo di lei, in realtà, si nasconde un essere fragile con la necessità di protezione, risultando, così, maleducata e con un linguaggio troppo spinto che la penalizza ulteriormente, dal momento che adottare un comportamento forte, per celare le proprie debolezze, non implica l’annullamento della sensibilità femminile.

Di conseguenza, la pellicola risulta scevra da ogni tipo di romanticismo e dolcezza. Per giunta, l’assenza di colpi di scena fa sì che i personaggi non suscitino curiosità nello spettatore. In conclusione, 2night è un film prevedibile e per molti versi irritante, capace di presentare molte ombre e poca luce.

 

Emanuela Giuliani

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