2028: la ragazza trovata nella spazzatura – Recensione

Dopo svariati trionfi conquistanti in giro per il mondo, tra cui il premio come miglior film al Fantafestival 2022 e come miglior opera sci-fi al Cinequest San Jose Film Festival 2022, giunge da noi, in versione originale sottotitolata, questo singolare prodotto di produzione polacca, 2028: la ragazza trovata nella spazzatura, un titolo fantascientifico concepito ed interpretato dal duo composto da Michal Krzywicki e Dagmara Brodziak, nonché spaccato visionario di un ipotetico futuro europeo che non concede alcuno spazio per alcune libertà mentali.

Un futuro dove i detenuti sono messi sotto scacco da un collare capace di tenerli sedati con una sostanza particolare, la quale riesce a renderli come impossibilitati ad esprimersi e totalmente schiavi per conto della popolazione non criminale; tra queste persone detenute c’è la giovane Blue (Brodziak), che una volta liberatasi dal suddetto collare, fuggirà nel nulla lontano dalle autorità che la cercano.

Nascosta nell’immondizia, la ragazza viene trovata casualmente dall’attivista Simon Hertz (Krzywicki), un giovane che ha annunciato online il suo suicidio per il prossimo Capodanno, proprio per protesta contro le norme governative che diffondono questa legge a favore della schiavitù e trasformano di conseguenza le persone come automi.

Uniti dal destino, i due cercheranno di intraprendere un lungo viaggio verso la libertà, tentando di sconfinare la Polonia e raggiungere un paese libero come la Svezia, senza fare i conti con le controversie che il tragitto ha da mostrare loro strada facendo.

Quando anche il cinema europeo azzarda ad un approccio futuristico per parlare del presente che viviamo; su queste poche parole potrebbe riassumersi il senso del qui presente 2028: la ragazza trovata nella spazzatura, un titolo che almeno per una buona prima parte intende costruire un’immaginifica Polonia prossima al degrado con tagli di luce bluastri e illuminazioni al neon simil Blade runner.

E nella sua pochezza di mezzi, almeno in questa prima mezz’ora, il film di Krzywicki (interprete, regista e sceneggiatore) e Brodziak (interprete e sceneggiatrice) tenta di associarsi non poco al film di Ridley Scott, sfruttando un’estetica memore di quel mondo creato sulla carta da Philip K. Dick; inoltre il plot ricorda il medesimo incontro replicante donna/essere umano che avviene tra la Pris di Daryl Hannah e il Sebastian di William Sanderson nello stesso Blade runner.

Ma al di fuori di queste premesse citazioniste, 2028: la ragazza trovata nella spazzatura diviene poi una sorta di road movie ancorato ad una estetica più a norma, priva di guizzi fotograficamente creativi e sorretta da una narrazione che mira a denunciare a più non posso l’aria anti rivoluzionaria della Polonia odierna.

Un’intenzione che allontana l’opera diretta da Krzywicki dal mondo futuristico che si accingeva a descrivere ad inizio visione, aprendo inoltre inaspettate parentesi più intimiste a loro modo fin troppo ambiziose (il rapporto tra Michal e il rigido padre); tali decisioni rendono 2028: la ragazza trovata nella spazzatura un prodotto poco consono a quel genere sci-fi da cui nasce e lo portano nel dramma esistenziale più scontato, con aperture solari atte a descrivere l’allontanamento dall’oppressione della capitale polacca, perdendo quindi di conseguenza quella piacevole visionarietà iniziale.

Ed il tutto giungendo verso un epilogo tanto ricercato e neanche fin troppo originale, col neo di non sviluppare adeguatamente determinate idee che andavano affrontate maggiormente (il collare che tiene sotto scacco i detenuti).

Mirko Lomuscio