Una notte da dottore: recensione

Continua per la Colorado Film di Maurizio Totti la ricerca di recenti opere straniere da rifare per il nostro mercato, cercando di ottimizzare sempre più, o almeno così si vorrebbe, un metodo che ormai va avanti da qualche tempo.

Quindi, dopo aver dato alla luce con questi principi opere come 10 giorni senza mamma, I babysitter, Ma che bella sorpresa e Ti presento Sofia, ecco ora proseguire questo percorso il qui presente Una notte da dottore, rifacimento tutto italiano della commedia francese Chiamate un dottore! del 2019, la quale vedeva alla regia tale Tristan Séguéla ed aveva per protagonisti Michel Blanc e Hakim Jemili.

Con al timone di regia il rodato Guido Chiesa (per la Colorado già autore dei remake Belli di papà e Cambio tutto, più il succitato Ti presento Sofia), in questa nostra versione troviamo per protagonisti invece un’accoppiata inedita composta dal grande Diego Abatantuono e dal comico in ascesa Frank Matano, i quali si spalleggiano in una situazione frizzante che mette l’uno di fronte all’altro tra un botta e risposta continuo.

La storia è quella del medico notturno a domicilio Pierfrancesco Mai (Abatantuono), un professionista del settore che gira per la capitale, in aiuto delle persone che richiedono il suo intervento nel cuore della notte.

Il problema però è che l’uomo, di punto in bianco, si vede costretto a rimanere paralizzato da un forte mal di schiena, cosa che lo obbliga a trovare un’immediata soluzione.

Conosciuto per caso il giovane Mario (Matano), un fattorino in bicicletta, Pierfrancesco coinvolge il ragazzo nella sua professione, chiedendogli di prendere il suo posto nelle commissioni che lo attendono nel corso della notte.

Inizialmente titubante, Mario si lascia convincere, sapendo però che potrà sempre contare sul supporto di Pierfrancesco, ma il lungo viaggio che intraprenderanno assieme non mancherà di incrociare qualche tragicomica disavventura di troppo.

Pur cercando di capire il senso di queste operazioni atte a riproporre con maestranze italiane quello che cinematografie internazionali varie fanno con i propri, buoni, mezzi, di Una notte da dottore possiamo almeno dire che il risultato alla fin fine non ne esce proprio con le ossa rotte, anche se gran parte di quello che può essere uscito di buono qua è soprattutto dovuto dalla presenza di Abatantuono.

Il noto comico milanese tiene in piedi l’intera operazione con quella sua solita presenza comica dalla battuta fulminante e il modo di fare sornione, marchio di fabbrica di una propria comicità che funziona e che riesce ad elevare le sorti di Una notte da dottore; è grazie a lui che magari anche la performance di un Matano ci risulta più simpatica di quella che sembra qua, come anche è grazie alla sua presenza che possiamo ritenere accettabile la regia di un Chiesa poco ispirato e la scrittura di un copione fotocopia dell’originale transalpino, il quale di meglio lo trae da quello che già era presente nel film prototipo (il rapporto vecchia e nuova generazione di lavoratori, la storia amara di Pierfrancesco con la sua famiglia).

In poche parole un lungometraggio non esente da difetti Una notte da dottore, ma come prodotto leggero può anche andar bene, giusto per passare un’ora e mezza in allegria e leggerezza; e di tutto questo va ringraziato esclusivamente Abatantuono.

Mirko Lomuscio