Una ferita aperta: intervista esclusiva a Salvo Fuggiano

Nato a Massafra nel 1971 dove vive e lavora come libraio, Salvo Fuggiano coltiva da sempre l’amore per la letteratura. I libri sono la sua passione e scrivere è diventato il suo hobby preferito.

La favola del silenzio è il suo primo romanzo edito da Lupo editore, mentre Una ferita aperta è la sua seconda opera uscita in ebook per Delos Digital.

Al fine di saperne di più sul suo mondo e la sua ultima fatica letteraria, l’abbiamo intervistato.

 

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Eterno Peter Pan, appassionato, lunatico.

Mai senza?

I miei gatti.

Cosa le piace leggere?

Sono un lettore compulsivo quindi leggo di tutto ma il io debole sono i thriller.

Se dovesse esprimere tre desideri?

Mi basterebbe ritrovare la serenità perduta.

La sua vita in un tweet?

Le cose che amiamo ci dicono chi siamo.

Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?

Una ferita aperta è l’oblio dei sentimenti, il confine tra il timore e l’ assurdo. Il tema affrontato è quello forte ma attualissimo della pedofilia. Il  romanzo, un thriller, è strutturato come se si leggessero due storie separate (e lo si evince dal diverso tipo di scrittura). Diversi e variegati sono i  personaggi, tutti veri protagonisti a partire da Salvatore. È un romanzo sulla  follia, sul male, sulle ferite dell’anima dove luci e ombre, bene e male,  finzione e realtà si incontrano e si scontrano accompagnando il lettore al  finale , vera apoteosi del male. È un libro nel libro, una sorta di gioco di  scatole cinesi, dove il confine tra realtà e finzione non è così sottile come  si pensa. Un vero rompicapo dove ognuno troverà sfogo per la propria rabbia.

Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?

I miei personaggi, se pur frutto della mia fantasia, hanno un collegamento  con il reale, mi baso molto sulle persone che incontro, che mi circondano… fondamentale è ciò che sanno trasmettermi.

Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una  proiezione dell’anima?

Le ambientazioni sono reali. Amo descrivere e parlare di luoghi che conosco, in cui ho vissuto, che mi hanno trasmesso emozioni belle o brutte che siano. Francamente avrei una certa difficoltà ad ambientare i miei libri in realtà che non conosco.

Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

È un libro complesso sul male, la follia, i rapporti malati dove le vittime non sono solo i bambini, ma anche gli adulti. Il messaggio che voglio trasmettere è che il male non si presenta mai sotto la stessa forma. Ci inganna, ci gira intorno, ci seduce…

È già al lavoro su un nuovo libro?

Ho appena terminato il seguito di Una ferita aperta.

 

Silvia Casini

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