Un amore così grande: recensione

Da moltissimi anni nel cinema italiano è  solito realizzare alcuni lungometraggi che, per protagonisti, hanno dei miti musicali del momento, mettendoli al centro di un sottogenere altrimenti noto come musicarello; per decenni è stato così, ed in questa avventura tutta cinematografica sono stati visti primeggiare vari volti della musica leggera italiana.

Tanto per citarne alcuni: Domenico Modugno, Claudio Villa, Gianni Morandi, Little Tony, Mario Merola, Nino D’Angelo, Nek, e così via, decennio per decennio, testimoni di una moda su celluloide che ha raccolto a sé svariati spettatori, alimentando un interesse culturale che aleggiasse tra il fotogramma e la nota musicale.

A rendersi partecipi di questo gioco tocca ora a Il volo, noto trio di voci liriche, che rispondono al nome di Ignazio Boschetto, Gianluca Ginobile e Piero Barone, i quali prendono parte a questo Un amore così grande cercando di dare il loro contributo al genere musicarello, come è da tradizione per chi ha racimolato successi da hit parade (vinsero anche il Festival di Sanremo del 2015).

Questa opera prima firmata da tale Christian De Mattheis (tante regie in seconda unità nella carriera) segue le gesta del giovane Vladimir Novelli (Giuseppe Maggio), un ragazzo che arriva a Verona direttamente dalla Russia, il tutto con un solo scopo: trovare assolutamente un uomo che risponde al nome di Gabriele Foschi (Franco Castellano).

Questa ricerca rappresenta per lui un tassello fondamentale della sua vita, dopo aver visto sua madre Costanza (Daniela Giordano) morire.

Ma Vladimir non solo riuscirà a trovare chi di dovere, in più potrà mostrare le sue innate doti canore, facendo vedere la sua potente voce ai più noti talent della musica lirica.

Non bastasse, al ragazzo verrà anche proposto di cantare con Il volo, il noto trio musicale conosciuto nel mondo, con l’aggiunta che nel frattempo il suo cuore batterà per la bella Veronica (Francesca Loy), incontrata durante una delle sue esibizioni canore da strada.

E’ risaputo che per creare un musicarello come si deve non c’è bisogno di una trama ben congegnata, basta innanzitutto inanellare una serie di situazioni che possano sfoggiare determinati successi della canzone, in modo da poter sollazzare lo spettatore più preparato in materia (ma anche quello più sprovveduto); ora, non che Un amore così grande rientri pienamente nel suddetto genere, dato che per lo più stiamo parlando di un talent melo’ vero e proprio, girato in stile fiction televisiva, ma quello che De Mattheis tira su col minimo necessario per l’intelletto umano non potrà mai accontentare nessun tipo di persona coinvolta nella visione di questo sottoprodotto.

Possiamo partire dall’elemento primario di far cantare (a volte fuori sincrono) Maggio con voce lirica, dettaglio risibile che a tratti ricorda l’effetto comico del bimbo protagonista di Bravissimo con Alberto Sordi, per poi passare all’intero scheletro narrativo che compone questo film; dalla esile storia d’amore, con un’inutile Veronica resa dalla Loy, fino al momento che vede Vladimir affrontare i fantasmi del passato (al ragazzo risulterà difficile cantare La bohème, alimentando scene deliranti in riguardo), più la presenza gratuita di attori veterani tanto per fare professionalità (i citati Castellano e Giordano, più Fioretta Mari, Riccardo Polizzy Carbonelli e Eleonora Brown).

A tutto ciò viene accostata la gloria de Il volo, i quali prendono parte all’operato di De Mattheis con una notevole svogliatezza, mostrando doti recitative ai minimi termini e comprovando che anch’essi avevano ben poca voglia di prender parte a questo Un amore così grande.

E se non andava a loro, figuriamoci che coinvolgimento può avere un qualsiasi spettatore nell’ assistere a tale lungometraggio.

Mirko Lomuscio