The equalizer 2 – Senza perdono: recensione

Torna il superagente Robert McCall, ovvero il personaggio interpretato da Denzel Washington in The equalizer – Il vendicatore, film tratto dalla serie tv Un giustiziere a New York, creata da Michael Sloan e Richard Lindheim; ovviamente, dopo il successo ottenuto da quella prima pellicola del 2014, ecco spuntare un sequel cotto e mangiato, cercando di dare di nuovo il ben servito agli estimatori del cinema action, soprattutto coloro che hanno voglia di sorbirsi del sano giustizialismo su grande schermo.

Quindi, calcolando che squadra che vince non si cambia, ecco che, oltre al buon Washington protagonista, in The equalizer 2 – Senza perdono troviamo dietro la macchina da presa di nuovo l’affidabile Antoine Fuqua (qua alla sua quarta collaborazione col celebre Denzel, tra cui Training day, pellicola che ha portato l’Oscar all’attore afro), mentre lo script è ancora a cura del fido Richard Wenk, nome votato inizialmente al genere horror (ha scritto e diretto il cult Vamp con Grace Jones) poi divenuto esperto sceneggiatore di prodotti adrenalinici (I mercenari 2, The mechanic – Professione assassino, Jack Reacher: punto di non ritorno); nel cast la presenza dei già confermati Melissa Leo e Bill Pullman (sono i coniugi Campbell, amici e colleghi del protagonista Robert), più le new entry Pedro Pascal (visto in Kingsman: il cerchio d’oro) e Ashton Sanders (era nel film premio Oscar Moonlight).

Dopo aver sgominato la mafia russa del precedente capitolo, stavolta l’agente sotto copertura McCall deve fare i conti con un nemico ben più organizzato, il quale sta lasciando una scia di sangue che l’FBI stessa sta cercando di seguire per capire cosa ci sia sotto.

L’indagine ovviamente porta il nostro eroe senza macchia alla scoperta di una sconcertante verità, la quale metterà  degli elementi per una piccola guerra personale, tra Robert e chi ha osato fare del male ai suoi più cari amici.

McCall è tornato e qualcuno ben presto se ne accorgerà.

Abbandonando totalmente il senso di giustizialismo presente nel precedente film e cercando di seguire una linea narrativa più spiazzante, il regista Fuqua con questo The equalizer 2 – Senza perdono tenta la strada del sequel più imprevedibile possibile, cercando di amalgamare alla principale trama action anche una serie di dettagli che possano far lievitare la storia del film.

Decisione assai ardua e coraggiosa, che in fin dei conti non proprio riesce a regalare una visione compatta, nonostante l’idea di intrattenimento ci sia, solo che in questa occasione l’ambizione di fare la differenza è così alta che si perde la mano su ciò che maggiormente dovrebbe dare maggiormente interesse, cioè l’azione; l’adrenalina è meno esposta del primo film qua, dosata in piccole parti e sparsa nelle due ore di visione (un intro accattivante, una violenta scazzottata con dei malsani giovani rampanti, la resa dei conti finale), solo che The equalizer 2 – Senza perdono così facendo perde di compattezza e si abbandona alla voglia di strafare, aprendo anche la strada a delle sottotrame fini a se stesse (la storia dell’anziano ebreo, quella del giovane Miles interpretato da Sanders) e che nulla hanno da spartire con la linea principale della storia (ovvero la lotta tra McCall e i pericolosi criminali a cui dà la caccia).

Sembra di assistere alla visione di più trame a se stanti amalgamate in un lungometraggio con questo sequel, dando così modo ad un imbolsito Washington di esibirsi in azione meno del dovuto; non è un pregio e neanche quello che ci si aspettava, certo, però almeno c’è da lodare il tentativo (riuscito a metà) di voler dare qualcosa di diverso e meno prevedibile.

Mirko Lomuscio