Shazam!: recensione

Se la Marvel decide di dissacrare la propria gloria supereroistica con il lancio cinematografico del dittico di successo ottenuto con Deadpool e la sua ironia sopra le righe, volgare e graffiante, ecco che la DC Comics risponde realizzando per il cinema le avventure in carne e ossa di Shazam!, protagonista delle strisce a colori create nei primi anni ’70 da C.C. Beck e Bill Parker (intitolate da noi Mago Shazam), un eroe a suo modo improvvisato che vive nel corpo di “un uomo d’acciaio” ma con l’animo e i modi di un ragazzino.

Una scelta che la nota casa di Superman e Batman ha dovuto fare anche per alternare le sue produzioni blockbuster, ultimamente ben sostenute dal mega successo Aquaman, e doversi prendere una vacanza dai toni a suo modo adulti e dark delle colonne di casa DC; diretto dal David F. Sandberg di Lights out – Terrore nel buio e Annabelle 2: creation, Shazam! su grande schermo intende regalare del sano umorismo anche infantile ed utilizzando il noto Zachary Levi cerca di ricreare la commistione di risate e magia già presente nel materiale d’origine, come fu anche nella serie tv di metà anni ’70 da cui venne tratta.

Questa è la storia di Billy Batson (Asher Angel), un orfano di Philadelphia che vive alla continua ricerca di sua madre, sparita nel nulla dopo essersi perso da piccolo in un luna park.

Affidato ad una casa famiglia, gestita dai coniugi Vasquez, Victor (Cooper Andrews) e Rosa (Marta Milans), qua fa la conoscenza di nuove amicizie, tra cui l’invalido Freddy (Jack Dylan Grazer); in questo contesto il giovane entrerà a contatto con la scoperta sconcertante di un mago (Djimon Hounsou) in perenne ricerca di un erede, il quale deciderà di passare i propri poteri proprio a Billy, che, incredulo, si ritrova di punto in bianco detentore di determinate doti magiche.

Alla sola esclamazione di “Shazam!” lui si trasformerà in una sorta di supereroe con mantello giallo e tuta rossa (Levi), capace di tutto e di più, ma senza sapere bene cosa fare con queste doti; almeno fino a quando il minaccioso Thaddeus Sivana (Mark Strong) non entra in possesso di poteri malvagi, intenzionato così ad impossessarsi delle qualità conferite a Billy.

Ma quest’ultimo non permetterà mai che le forze del male possano avere la meglio sul mondo.

Atteso da tempo da fan dei fumetti vogliosi di godibili trasposizioni, Shazam! è un prodotto che la DC si permette di tirare su con la netta voglia di azzardare in autoironia, tant’è che il contesto vissuto dai personaggi è quello dove Batman (che è a Gotham City) e Superman (che se ne sta a Metropolis) sono i beniamini dei piccoli protagonisti; ed è proprio puntando ad un pubblico di soli bambini che questo film intende farsi strada, cominciando un discorso che cerca di amalgamare il materiale fumettistico con una ironia prettamente infantile, tentando di delineare il rapporto tra l’eroe di Levi e il Freddy di Grazer (visto in It di Andy Muschietti) con una comicità consona alla situazione.

Ed è forse proprio questo il difetto primario di Shazam!, questa voglia di richiamare un pubblico sbarbato per un’opera che a tratti mostra anche elementi adulti, con una ironia assiduamente mal collocata e con momenti horror esagerati che poco hanno da spartire con questa natura infantile (d’altronde è dal cinema di paura che viene Sandberg).

Certo, le sorti si rialzano verso l’epilogo, con uno scontro finale pieno di momenti a salire, ma affermare che Shazam! sia un’operazione riuscita a metà è la più pura delle verità, perché il film ha un andamento indeciso e mal ritmato, a tratti stucchevole e con punti morti, approssimativo in alcuni frangenti e poco incline a bilanciare ironia per bambini con intrattenimento per adulti; una equazione che, se fatta bene, avrebbe potuto dare i suoi riscontri positivi in questa nuova produzione DC.

Mirko Lomuscio