Prelude to a kiss: recensione

Esistono libri che quando li leggi, ti mettono addosso una strana calma, per nulla scontata.

Melodia tra le righe.

Sono le pagine ad accarezzare le dita, parole che diventano balsamo, quiete che lenisce ferite rabbiose nascoste dentro l’anima.

Speranza.

Libri che diventano rifugi; talvolta sono specchi, muri da costruire o brecce che fendono l’ignoranza.

Sono arte, sono porte.

Si aprono e rivelano mondi di cui prima conoscevi solo il margine.

Correnti che portano a esplorare, tunnel arredati di luce, musica e colori.

Musica.

“La parola è la sorella stronza della musica”: inizia così “Preludio a un bacio” di Tony Laudadio.

E io, che di parole vivo e respiro, voglio subito capire perché.

Ma leggendo, dimentico questo proposito. Vengo trascinata in un vortice di eventi e riflessioni che sono semplici ma di una profondità disarmante.

E mi fanno venire voglia di ascoltare jazz.

Emanuele è musicista, uomo, amico e padre. Ha suonato in una band quando era giovane, si è innamorato.

Ora è un barbone che vive alla bene meglio dove gli capita, suona il sax per strada, spende i pochi euro che guadagna nell’alcol dove affoga l’indifferenza e il cinismo che lo hanno impregnato.

Finché una sera viene aggredito alle spalle e si risveglia in un letto d’ospedale dove tutto sa di nuovo e pulito. Tra luci, lenzuola e pareti bianche, Emanuele riscrive piano le sue sensazioni, scoprendone di nuove e riesumando quelle sopite da tempo. Sepolte sotto strati di gelo, solitudine e bruttura.

È un nuovo inizio. Ha con sé soltanto il suo sassofono e una consapevolezza ritrovata, da mettere in atto. Una volta dimesso torna all’angolo di strada che preferisce e sente un po’ casa: quello da dove può vedere il bar in cui lavora la sua unica amica.

Maria è una ragazza giovane che tiene così tanto a lui da arrabbiarsi per la sua improvvisa sparizione. Lo aiuta a rimettersi in sesto, standogli vicino e infondendogli quel coraggio necessario per cambiare vita. Piccoli passi, a partire dal primo.

Dargli un tetto sopra la testa, vestiti nuovi, ragioni per riscattarsi, per andare avanti e oltre.

Maria si innamora di lui con la sana leggerezza che la contraddistingue, senza capire fino in fondo perché non possa essere ricambiata.

Il cuore di Emanuele ha fermato i suoi battiti dentro gli occhi di Angela, cementando in essi il suo sguardo, da sempre e per sempre.

Suona “Prelude to a kiss” di Duke Ellington.

Si trovano, si perdono. Incrociano di nuovo i loro destini camminando eccitati sul filo di antichi segreti da non svelare mai.

Per amore.

E nel sussulto delle ultime pagine sembra di vivere davvero dentro quella sensazione elettrizzante e meravigliosa che precede la certezza di un bacio.

Diventa un preludio a infinite possibilità, a tutto.

E poi la fine.

“…un tema musicale sarebbe stato molto meglio”.

“Questo libro è per chi cerca la divinazione della giornata in libreria, per chi rincorre profumi e colori sulle strade, per chi ascolta tutto l’anno le canzoni di Natale e per chi si è trovato a piangere lacrime in bianco e nero per la sua vita non vissuta, per poi scoprire che in quello spazio bianco si sono decise le sorti della sua dannata felicità”.

NN Editore.

 

Erika Carta

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