Nessuno come noi: recensione

Gli anni ’80, epoca irripetibile per molti, un periodo che cinematograficamente si è sempre prestato per raccontare storie sentimentali come si deve e altrettante trame leggere che possano far la gioia dello spettatore qualsiasi; un piccolo esempio tutto italiano, ambientato in tale decennio e con fare alquanto spassoso, è stato il successo Notte prima degli esami, esordio del 2006 di Fausto Brizzi che si è creato il suo culto personale tra gli spettatori della nostra penisola.

Ora la medesima produzione di quel film, ovvero la Italian International film di Fulvio e Federica Lucisano, tenta di bissare il colpo portando sui grandi schermi questo Nessuno come noi, un’altra storia ambientata negli anni ’80 ma stavolta tratta da un libro di Luca Bianchini, autore anche degli scritti che hanno portato al cinema un paio di pellicole come Io che amo solo te e La cena di Natale, entrambi diretti da Marco Ponti (Santa Maradona); diretta da Volfango De Biasi, il quale si è appena lasciato alle spalle l’esperienza da cinepanettone per conto di De Laurentiis (Un Natale stupefacente, Natale col boss, Natale a Londra – Dio salvi la Regina), l’opera ha per protagonisti una coppia di attori noti come Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum, il primo volto molto caro anche al mondo delle fiction, la seconda invece alle prese recentemente con il ruolo di conduttrice televisiva e l’amore per il calciatore, nonché suo marito, Daniele De Rossi.

Accanto a loro tre facce giovani che rappresentano il mondo adolescenziale descritto nella storia, i quali sono Vincenzo Crea, Leonardo Pazzagli e Sabrina Martina, tutti insieme nel descrivere il vortice di sentimenti raccontato in questo lungometraggio ispirato alle righe di Bianchini.

Torino, anni ’80. In un liceo si intrecciano un paio di vicende amorose, entrambe legate da una confidenza che caratterizza le persone coinvolte; c’è Vince (Crea), un ragazzo volenteroso e studioso, che è da sempre innamorato di Caterina (Martina), sua compagna di classe che però non ha mai ricambiato il sentimento, a parte essere la sua migliore amica in assoluto.

Ma l’arrivo di un nuovo studente, il problematico Romeo Fioravanti (Pazzagli), complicherà ancor di più le cose, allontanando questo legame fraterno che c’è tra Vince e Caterina; nel mentre, sullo sfondo di questa vicenda, il papà di Romeo, il professore universitario Umberto Fioravanti (Preziosi), si innamora della professoressa single di suo figlio, Betty Bottone (Felberbaum), creando una relazione clandestina in grado da mettere a rischio il proprio matrimonio.

Amori che vanno e amori che vengono, chi dimostrerà di aver davvero buon cuore saprà come agire di fronte a determinate difficoltà esistenziali.

Che il cinema italiano si ostini a raschiare il fondo con storie sentimentali così scontate e stucchevoli è cosa a tutti veramente difficile da capire, ma che è possibile giustificare appellandosi al fatto che queste trovate possono attirare un vasto pubblico; quello che ne esce con Nessuno come noi però è un qualcosa che veramente ha del misterioso, di come sia stato possibile pensarlo e poi portarlo al cinema con la certezza che qualcuno possa interessarsi a tale prodotto.

Innanzitutto non è ben chiara questa collocazione anni ’80, un espediente gratuito e che dovrebbe appassionare qualche nostalgico, ma reso proprio ai minimi termini da un De Biasi svogliato e assente (colonna sonora furba con pezzi degli A-ah e Claudio Baglioni), secondo poi inutile stare a decretare il vuoto su cui l’intera vicenda si snoda, con da una parte l’accoppiata Preziosi/Felberbaum amanti galeotti che più ridicoli non si possono concepire, e dall’altra il trio Crea/Pazzagli/Martina alle prese con una storia sentimentale che fa sembrare il seppur piacevole Sposerò Simon LeBon (leggero film manifesto degli anni ’80) un film di Ernst Lubitsch.

Scrivono questo scempio ben quattro sceneggiatori, tra cui gli stessi De Biasi, Bianchini e Ponti; il titolo dice Nessuno come noi, c’è da aggiungere “meno male” tra virgolette.

Mirko Lomuscio