La strega di Dark Falls: recensione

Ci sono libri che pur essendo delle perle rare nel mercato dell’editoria, spesso non vengono molto pubblicizzati. La saga de Gli Invisibili è una di questi. Scritta da Giovanni Del Ponte, Gli Invisibili sono una serie di libri fantasy/horror per ragazzi che presentano personaggi interessanti, che si evolvono durante le vicende, e tematiche mature. I romanzi possono essere letti senza iniziare dal primo, ma vi consigliamo vivamente di leggere le avventure de Gli Invisibili in ordine cronologico, per vedere lo sviluppo psicologico di Crystal, Peter e Douglas.

Nel video sotto a questo articolo troverete una breve analisi del primo volume, Il segreto di Misty Bay, dove per la prima volta vengono presentati i tre protagonisti. Ogni libro tratta di una tematica in particolare: se Misty Bay rimembrava agli adulti di non dimenticare la propria infanzia, ne La strega di Dark Falls insegna ai lettori a trovare un dialogo coi propri genitori. Spesso, proprio a causa dell’incomunicabilità tra genitore e figlio, tra una generazione e l’altra, si creano fratture inguaribili.

In questo secondo volume, Douglas è in rapporti tesi col padre, sempre impegnato per il lavoro: lui vorrebbe inviare il figlio in un prestigioso collegio, mentre quest’ultimo vorrebbe rimanere con i suoi unici amici. Nel frattempo decide di recarsi a Dark Falls per scoprire che fine abbia fatto la sua amica Crystal. La cittadina si presenta subito come un posto molto lugubre, legato alla leggenda di Maryann, la strega uccisa trecento anni prima. È solo una storia oppure contiene qualche verità? Perché Crystal è sparita? Peter e Douglas dovranno scavare nella storia della cittadina per risolvere il mistero.

Come detto in precedenza, il primo tema della storia è l’incomunicabilità tra genitori e figli: tra Douglas e suo padre, tra Jonathan e Algeron Fitch,  tra Timothy e Kate e tra Peter ed i suoi genitori. Il libro invita i figli a comprendere le scelte dei genitori (come nel caso di Douglas) ma anche di scegliere la propria strada ( come Jonathan e Peter).  Invece sarà proprio l’amore di un genitore a rompere la maledizione, andando oltre il proprio egoismo. Non aggiungiamo altro per non rovinare la sorpresa.

Il secondo tema è la superstizione: la cittadina di trecento anni prima, da buona morale puritana, perseguitava tutto ciò che era diverso, senza vedere gli orrori nascosti nei propri armadi. Non dimentichiamoci che storicamente la caccia alle streghe è stata usata come mezzo da persone senza scrupoli per coprire i propri delitti oppure impossessarsi dei beni altrui. E quale arma migliore se non la paura?

Il terzo tema è l’importanza della propria storia: la gente locale pare annebbiata dalla censura, non sa bene le proprie origini né vuole indagare. Nessuno vuole informarsi sulla strega, né all’interno della cittadina né all’esterno. Ciò è dovuto alla maledizione e un po’ ricorda il libro di IT di Stephen King (citazione già presente in Misty Bay), dove il mostro non vuole che i suoi massacri vengano notati su scala nazionale. Come nel libro, saranno proprio i ragazzini, , spinti dal coraggio e dalla curiosità, ad addentrarsi dove gli adulti non arrivano.

Piccola nota: Dark Falls è anche una cittadina presente in Piccoli brividi.

Ora passiamo al lato negativo: subito dopo che la maledizione svanisce, improvvisamente il caso della strega diventa nazionale. Questo svolgimento pare un po’ irrealistico.

In conclusione, La strega di Dark Falls è un libro godibile sia da un pubblico giovane che da un pubblico maturo. Vi consigliamo caldamente di iniziarlo dopo Il segreto di Misty Bay.

Debora Parisi

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