Il grande giorno: recensione

Dato che tutti noi sappiamo quanto è stato felice il matrimonio artistico tra tre talenti comici come Aldo, Giovanni e Giacomo, è arrivato ora il momento di vederli convolare veramente a nozze, rendendosi protagonisti di una commedia ambientata tra i fiori di arancio e i preparativi per lo sposalizio; sotto la regia del ritrovato Massimo Venier, che dopo parecchi anni è tornato a dirigerli col precedente Odio l’estate, questo Il grande giorno ci riporta questo team vincente per le feste natalizie, regalandoci un probabile titolo che potrebbe diventare un cult come altre loro precedenti opere (Tre uomini e una gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono felice).

Finalmente è arrivato il momento; i soci in affari Giovanni e Giacomo potranno vedere i rispettivi figli, Caterina (Margherita Mannino) e Elio (Giovanni Anzaldo), sposarsi, dato che il fatidico giorno è arrivato, pronto ad essere celebrato in un lungo week-end ricco di eventi e celebrazioni varie.

Tutto sembra andare per il verso giusto, fin quando non si presenta tra gli invitati il nuovo arrivato Aldo, ovvero l’attuale compagno di Margherita (Lucia Mascino), ex-moglie di Giovanni nonché madre della sposa.

L’arrivo di questo sconosciuto porterà solo disastri e scene imbarazzanti, mettendo a rischio l’intera cerimonia, ma soprattutto porterà una grande crisi nella lunga amicizia che lega Giovanni e Giacomo da tanto tempo.

Già con Odio l’estate si era assaporato una certa ripresa verso la comicità ispirata nel cinema di questi nostri beniamini della risata, ed il ritorno di Venier dietro la macchina da presa deve aver contribuito parecchio alla cosa, ma con Il grande giorno Aldo, Giovanni e Giacomo confermano tale ritrovato equilibrio tra la loro ironia e il mondo del cinema, tirando su un lungometraggio piacevole e ben scorrevole, narrato con grande delicatezza e senso del ritmo, giostrando al contempo un nutrito gruppo di attori ben assortiti; dal comparto femminile composto dalle citate Mascino e Mannino, più Antonella Attili e Elena Lietti (rispettivamente le mogli di Giacomo e Giovanni), a quello maschile che vede il giovane Anzaldo più un pugno di facce ben scelte come quelle di Roberto Citran (il Cardinale Pineider), Pietro Ragusa (l’impassibile maître) e Francesco Brandi (il prete Don Francesco).

La cosa piacevole de Il grande giorno è che, nella filmografia del trio, l’opera in sé è anche una delle più solide sotto il punto di vista della trama, non essendo basata solo sketch e siparietti, come i primi capisaldi del cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo, ed il ché rende ancor più apprezzabile questa operazione, lasciandoci ben sperare che una nuova giovinezza artistica si sia presentata al loro cospetto.

C’è spazio per ridere e per pensare qua, lasciandosi coinvolgere in una visione leggera e intelligente, pensata ad hoc per le feste natalizie ma indirizzata ad essere ricordata per la simpatia del tutto anche negli anni a venire.


Parafrasando il titolo del film, per chi ha atteso da tanto una ritrovata ispirazione artistica di Aldo, Giovanni e Giacomo al cinema, “il grande giorno” è arrivato.

Mirko Lomuscio