I signori del sangue e del fuoco: recensione

Oggi voglio parlarvi libro della trilogia del Kalesin, prequel del videogioco The Ballad Singer: I signori del sangue e del fuoco, scritto da Alberto de Stefano e pubblicato dalla Acar Edizioni.

Avviso che la recensione potrebbe contenere degli spoiler sul libro e sul videogioco. Se non volete rovinarvi la storia, leggete prima i libri o giocate a The Ballad Singer.

Daragast sembra aver trovato una sorta di pace interiore e la “Spada della Rovina” è stata forgiata. Asperia è venuta a patti con se stessa e il suo cuore è pronto per ricevere e dare tutto l’amore possibile. Riator ha trovato la strada per ottenere il potere e gabbare il suo signore. Triumvar non è più così certo che il potere doni anche la felicità. I pezzi sono tutti disposti sulla scacchiera e le pedine iniziano a muoversi verso la resa dei conti finale. Colpi di scena e avventura accompagneranno il lettore nell’ultimo capitolo de “La saga dei Kalesin”, libro che ha ispirato il videogioco “The Ballad Singer” anch’esso completamente scritto da Alberto De Stefano e supervisionato da Marta Leandra Mandelli, sempre scrittrice per Acar.

Il libro inizia con un prologo atroce: un bambino, che si rivelerà essere il futuro antagonista, vede la sua famiglia brutalmente massacrata dai banditi. Anni dopo, Triumvar decide di conquistare l’intero continente per brama di potere e vendetta.

La storia è un romanzo corale, che prende i punti di vista sia dell’antagonista che dei vari membri della futura compagnia il cui scopo è quello di proteggere il piccolo Leon, ultimo mago che doma i quattro elementi. Triumvar lo vuole per completare un sacrificio di sangue.

Che dire, l’ambientazione è quella tipica del fantasy classico, sebbene abbia delle piccole svolte interessanti: come descritto nel videogioco, i maghi sono responsabili della creazione di creature magiche, quindi quasi ogni essere mutato che i nostri protagonisti incontrano è frutto di mani umane.

La magia si basa sugli elementi, ma solo poche persone riescono a maneggiare tutte e quattro le forze della natura.

Abbiamo apprezzato la caratterizzazione di Daragast: eroe tormentato, ci ha colpito soprattutto il suo rapporto con la defunta moglie: nonostante lei l’avesse tradito e abbandonato per un altro uomo, lui non ha esitato a vendicarla quando quest’ultima venne uccisa dal nuovo compagno.

Tale elemento dimostra come Daragast sia una persona empatica, capace di amare la sua compagna nonostante la relazione sia stata infelice. Insomma, questo aspetto lo rende molto affascinante.

Asperia è un personaggio ben costruito, una donna decisa e ambiziosa, ma anche protettiva. Ho apprezzato il legame con suo fratello, sebbene avrei preferito che quest’ultimo fosse vissuto un po’ a lungo per approfondire meglio il loro rapporto.

Triumvar non è il classico signore del male: tramite la narrazione, scopriamo l’origine della sua ferita emotiva. La vendetta e la fame di potere sono sentimenti che cercano di riempire una voragine incolmabile e ironicamente tale situazione si è rappresentata anche nel videogioco sequel con Leon come antagonista.

Leon e Triumvar sono due facce della stessa medaglia e abbiamo apprezzato il parallelismo narrativo tra i due personaggi, sebbene il primo nella trilogia sia ancora un bambino.

Purtroppo gli altri personaggi del gruppo hanno un ruolo più marginale, speriamo che nel secondo libro possano avere maggiore spazio.

Seconda nota negativa è il fatto che in una parte sono descritti elementi superflui, come ad esempio “espellono bisogni corporali” o altre azioni un po’ inutili (pag. 205).

Ovviamente essendo il primo libro, pensiamo che nei due libri successivi ci saranno maggiori approfondimenti.

Come libro d’introduzione alla saga mi è piaciuto e vi terrò aggiornati sugli altri due libri della trilogia.

 

Debora Parisi

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