East End: recensione

Nel cartoon satirico tutto italiano East End, co-produzione internazionale tra Italia, Galactus, e Spagna, Ear cinema, in uscita il 3 maggio, Skanf e Puccio, nomi fittizi di Luca Scarfella e Giuseppe Squillaci, autori e registi del lungometraggio animato, raccontano la vicenda di un gruppo di bambini, Leo Lex e Vittorio, che vivono nella periferia dei Roma est, per l’appunto nel nuovo quartiere di East End, la cui comune passione per il calcio e l’attesissimo derby Roma-Lazio darà vita a una serie di eventi catastrofici.

Dal momento che nessuno di loro, per cause differenti, può recarsi allo stadio, nel tentativo di vedere gratis la partita, dirotteranno il satellite militare americano Golia, utilizzato dagli Stati Uniti per la caccia del più pericoloso terrorista del mondo Al Zabir Muffat.

Divertente e dissacrante dalla trama apparentemente semplice, East End, sviluppato dal gruppo di animazione Canecane di Roma, di cui i due registi fanno parte, attraverso i vari personaggi (ognuno dei quali ha una propria storia ben definita e delle caratteristiche personali ben evidenti) affronta argomenti importanti appartenenti alla nostra quotidianità che spaziano dalla politica italiana e internazionale, alle truffe edilizie, al bullismo, alle violenze domestiche, al suicidio e alla religione, alleggerendo il tutto con la presenza di personaggi famosi perfettamente riconoscibili come Francesco Totti, adorato come una divinità o la coppia di Papi Bergoglio-Ratzinger, il cui atteggiamento sembra somigliare a quello di due bambini dispettosi, il presidente Obama doppiato con uno spiritoso accento milanese che fa il verso a Berlusconi, senza dimenticare la presenza di  Federico Moccia, il quale ha collaborato anche alla sceneggiatura di Nanni Moretti e Roberto Saviano.

Tuttavia, il lungometraggio animato italiano, per la sua ironica violenza, non si rivolge a un pubblico infantile. Infatti, le varie tematiche vengono mostrate in stile South Park e I Griffin, famosi cartoni statunitensi a cui i due autori si sono ispirati, non solo dal punto di vista del linguaggio e della rappresentazione scenica, ma anche estetica, a tratti eccessiva.

In sostanza, possiamo dire che East End è un’opera divertente, sfrontata e grottesca, a volte un po’ troppo sopra le righe, che fa riflettere sull’importanza dell’influenza che i grandi hanno sui bambini. Lex, ad esempio, odia la Lazio, poiché il patrigno violento di cui vorrebbe liberarsi tifa per quest’ultima. Comunque, il cui significato ultimo della pellicola resta il sentimento dell’amicizia, uno dei massimi valori umani in grado di far fronte all’egoismo del mondo.

 

Emanuela Giuliani

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