Di riverberi e di sabbia: recensione

Un libro leggero, nel senso più profondo del termine. Leggero e profondo, a tratti svela un abisso tra parole e immagini.

Di riverberi e di sabbia, di Ivan Bececco e Rita Cannatella, edizioni Inknot per la collana inVersi, è un libro che unisce poesia e illustrazione in un modo lieve, naturale e onirico.

Pagina dopo pagina ci si ritrova come in uno specchio in cui le emozioni dell’uomo, del cuore di ognuno di noi, vengono riflesse nell’evidente metafora del disegno, con un gioco di corrispondenze preciso che, però, lascia spazio a tutta l’oggettività dell’interpretazione.

Ivan Bececco è giovanissimo, nasce a Grosseto, nel 1990 e sin da bambino si accosta alla poesia. Con tutta la forza e l’energia vitale della sua giovinezza riesce a toccare le corde più antiche e profonde dell’animo.

Rita Cannatella, catanese, laureata in filosofia e approdata solo in un secondo momento all’illustrazione ha uno stile asciutto, diretto e pulito che arriva dritto alla meta. Qualsiasi essa sia.

Ecco, quindi, che “questo paradiso rovesciato di stelle elettriche” diventa una scacchiera appena accennata, che finisce in un mare dove un uomo si muove con la sua barca. Solo.

E “fusti ingialliti di bambù, eco di mille scheletri” si affiancano ad un occhio spalancato nel buio.

Poesia in versi e poesia al tratto. Due linguaggi, due mondi, che si fondono tracciando una strada bellissima, aperta su panorami mozzafiato.

Un libro che si può leggere in una sera e rileggere per una vita intera. Sempre uguale ma così diverso, come diversi sono gli occhi che vi si affacciano.

 

Luisa Casanova Stua

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