Cosa fai a Capodanno?: recensione

Di opere ispirate vagamente al famoso 10 piccoli indiani di Agatha Christie al cinema se ne sono viste, tutte atte a sfruttare un nutrito gruppo di personaggi, possibilmente interpretati da star di richiamo, rinchiusi in uno spazio preciso ed in un lasso di tempo limitato; alcuni esempi a riguardo possono essere Invito a cena con delitto di Robert Moore del 1976, Signori, il delitto è servito di Jonathan Lynn del 1985 ed anche il recentissimo The hateful eight di Quentin Tarantino del 2015.

Adesso è l’Italia a dare il tentato giusto omaggio all’eredità lasciata dalla “signora in giallo” della letteratura, portando sugli schermi una commedia nera ambientata durante un cenone di fine anno, o meglio ancora durante una orgia tra sconosciuti che si sono dati appuntamento in una casa di montagna, in mezzo alla neve; Cosa fai a Capodanno? è quindi l’esordio alla regia dello sceneggiatore Filippo Bologna, uno dei tanti nomi che hanno partecipato all’esplosivo script di Perfetti sconosciuti (altra opera di ambientazione spazio/tempo limitata), ed è un lungometraggio che fa sfoggio di tali elementi succitati per poter trascinare lo spettatore in una situazione al di là dell’immaginabile, tra personaggi caricatura ed altri dal taglio veritiero.

Ad interpretarli uno stuolo di nostri attori noti, come Luca Argentero, Ilenia Pastorelli, Alessandro Haber, Vittoria Puccini, Isabella Ferrari e la minima presenza di Valentina Lodivini e Riccardo Scamarcio, coinvolti in un simpatico cameo.

La storia è quella di questo raduno di “perfetti sconosciuti” intenzionati a voler passare la notte di San Silvestro facendo un’orgia tra di loro; ci sono i padroni di casa Mirko (Argentero) e Iole (Pastorelli), poi c’è il professore Romano (Haber) paralizzato sulla sedia a rotelle assieme alla sua giovane amante Nancy (Puccini), ed infine la altolocata Domitilla (Ferrari) col suo apparente toy boy Jacopo (Ludovico Succio).

Un pugno di singolari personaggi che però non hanno detto tutta la verità, tant’è che qualcuno ha dei segreti da nascondere o dei secondi scopi da raggiungere, trascorrendo così una notte più bizzarra di quello avrebbero pensato di fare.

Il tutto nell’attesa di un’orgia sessuale che tarda sempre più ad arrivare.

Insomma, un gruppo di attori c’è, un plot pure, qualche spunto forse e l’ambientazione è quella che è, il più teatrale possibile e con meno dislocazione di location a far da comodo; Cosa fai a Capodanno? con queste premesse sembrava volesse almeno regalare del sano intrattenimento sfruttando quel poco che si ritrovava, ma Bologna, reo di avere ambizioni troppo alte cercando di mischiare l’ironia nostrana di Monicelli e Scola col tocco esagerato dei fratelli Coen e di Tarantino stesso, non riesce proprio a colpire nel segno, mettendo così mano ad un film malriuscito sotto molti aspetti, il primo fra tutti quello di non rendersi mai interessante in ciò che racconta.

Non basta far recitare in cagnesco (anche a livello di esiti artistici) un Argentero e far ocheggiare la Pastorelli per poter accattivarsi la simpatia del pubblico (ai due attori spetta anche un divertente riferimento al loro passato da Grande fratello), come anche non basta inserire a forza tematiche boldriniane come l’immigrazione, il razzismo e la lotta contro la sottomissione delle donne nel personaggio di Haber e della Puccini (i migliori del lotto) per rendere questo prodotto qualcosa di più di quello che (non) è; Cosa fai a Capodanno? è un pastrocchio a suo modo anche ambizioso che non fa altro che alimentare la sua inutilità ogni volta che tenta di sviare la strada della semplice commedia (ci sono gratuiti elementi da crime movie), per non parlare del suo modo di allungare la durata con siparietti palesemente fini a se stessi (oltre all’inutile partecipazione di Scamarcio e la Lodovini, anche la presenza di una inservibile sottotrama interpretata dai due caratteristi Massimo De Lorenzo e Carlo De Ruggieri).

In risposta alla domanda del titolo possiamo solo che dire: “Di tutto, basta che non guardiate questo film”.

Mirko Lomuscio