Book club – Tutto può succedere: recensione

Recentemente un trend che ha messo piede ad Hollywood è quello di richiamare vecchie glorie del cinema e metterle insieme per un prodotto dal palato molto facile, inserendo queste leggende in un contesto a cui magari non siamo abituati vederli e che possa estrarne tutta la loro verve comica; è successo con la commedia Last Vegas, dove un poker d’attori composto da Robert De Niro, Morgan Freeman, Kevin Kline e Michael Douglas se ne andava in vacanza nella città del gioco dì’azzardo tra feste e voglia di ritrovarsi, ed ora accade anche ad un altro quartetto di attrici leggendarie, prese a giocare la loro fama con una trama leggera e, a tratti, provocatoria.

Loro sono Jane Fonda, Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen, raggruppate in questo Book club – Tutto può succedere per impersonare un pugno di amiche alle prese con i gusti letterari, e sessuali, dei tempi odierni, nonostante la terza età che stanno vivendo; diretta dall’esordiente Bill Holderman, produttore sodale dell’ultimo Robert Redford (ha prodotto tra l’altro The conspirator, La regola del silenzio e A spasso nel bosco), la pellicola è la storia di quattro anziane amiche per la pelle che solitamente si riuniscono per poter discutere su qualche nuovo libro da leggere.

Loro sono la vedova Diane (Keaton), la rampante mangiauomini Vivian (Fonda), la divorziata Sharon (Bergen) e la felicemente sposata Carol (Steenburgen), le quali vedranno il corso della loro pacata esistenza essere travolta dall’uscita di un nuovo libro che sta facendo scandalo; tale titolo altri non è che 50 sfumature di grigio e le parole scritte tra le sue pagine non faranno che spingere le nostre protagoniste a dare quel pizzico di pepe alla propria vita sessuale.

Ma l’età, si sa, non è più quella di una volta ed azzardare a certe avventure non le aiuterà certamente a riscoprire se stesse, seppur l’occasione darà i suoi amorevoli frutti.

Di tanto in tanto fa anche piacere assistere al coinvolgimento di determinate leggende del cinema in contesti leggeri, aggiornati ai tiepidi tempi che viviamo fatti di esili scandali letterari fini a se stessi, ma Book club – Tutto può succedere (sottotitolo che strizza l’occhio all’altro film con la Keaton, interpretato assieme a Jack Nicholson) è un prodotto composto da materiale che dire superficiale ed inutile è dire poco.

Utilizzare l’espediente del circolo letterario composto da queste quattro protagoniste e gettarlo in mezzo al traino avuto dai libri scritti da E.L. James (da cui sono stati tratti dei risibili lungometraggi) è stata una mossa gratuita in tutto e per tutto, anche perché nel film di Holderman tali elementi vengono giusto accennati per qualche minuto, lasciati poi in disparte per dar vita ad una sorta di Sex and the city versione terza età e con molta meno provocante ironia.

Vedere il poker Keaton/Fonda/Bergen/Steenburgen giostrarsi in questa storiella facile e concepita ai minimi termini fa anche abbastanza tristezza, alle quali si accostano uno stuolo di guest actors presi ad interpretare corteggiatori o compagni delle protagoniste; loro sono Andy Garcia (già al fianco della Keaton ne Il padrino – Parte 3 ed è l’uomo che frequenta Diane), Don Johnson (è una vecchia fiamma di Vivian, nonché nella realtà il papà della Dakota protagonista dei film tratti dai libri della James), Craig T. Nelson (è il marito di Carol), Ed Begley jr., Richard Dreyfuss e Wallace Shawn (nell’ordine, l’ex marito di Sharon e due suoi spasimanti).

Uno stuolo di volti che hanno a loro modo fatto la storia del cinema hollywoodiano ora ridotti a mere macchiette di una trama scialba e inutile, specchietto per le allodole per chi crede di assistere ad una frizzante commedia militata dalla professionalità delle sue protagoniste; Book club – Tutto può succedere è tutt’altro, superficiale in ogni suo singolo fotogramma, ennesimo tassello di un cinema leggero che non rende giustizia alla gloria di chi ci recita.

Mirko Lomuscio