Aperta parentesi: recensione

Aperta parentesi di Chiara Merlotti è un romanzo intenso, e come tutte le storie anche questa storia è una sorta di finestra su un mondo particolare, e personale, quello di Federica, una donna che nel giorno del suo novantesimo compleanno si ritrova a riflettere su se stessa sulla propria vita è sul senso delle cose.

Quando si è vissuta una vita intera, cosa rimane, cosa è davvero importante?

La storia di Federica che si racconta a ritroso dalla sua infanzia alla maturità ci fa soffermare proprio su questo quesiti.

Ero giovane, e ai giovani è

consentito tutto: intraprendere strade che non conducono in nessun luogo, abbandonare ogni cosa e ricominciare daccapo, aprire parentesi senza sentirsi in dovere di chiuderle e perfino illudersi di essere felici.

I vecchi invece possono solo terminare i calcoli e tirare le somme. Ai giovani si addice linizio e ai vecchi la fine.

E allora ho capito che devo rileggere ogni riga dal principio.

Devo spostare le virgole, ultimare le frasi interrotte, chiudere le parentesi.

La vita è fatta di scelte, molte delle quali spesso non dipendono solo da noi, ci sono sentieri sicuri e bivi da prendere, certo non scorciatoie. Tante volte ci si ritrova a chiedersi: “Ho fatto la scelta giusta? Come sarebbe andata se? Se potessi tornare indietro cosa cambierei?”

Leggendo Aperta parentesi è più o meno questa la sensazione che si prova, ci sono tante emozioni, tante domande, poche risposte, se non alla fine. Ma così deve essere, come a dire che vivere la vita significa, decidere, magari sbagliare e tornare indietro o avere nostalgia non aiuta, anzi a volte fa solo male.

Leggendo della vita di Federica, dove i fatti narrati e ricordati si intrecciano con la vita dell’autrice senza essere mai del tutto autobiografici, né del tutto inventati, ma sicuramente verosimili, si ha l’impressione di poter scivolare accanto a questa donna, poterle prenderle la mano, abbracciarla, scuoterla, confortarla, come farebbe un’amica saggia, quella che capisce, ma non giudica.

C’è tanto sentimento, ma anche tanta ragione, tanto lucido sguardo sui fatti, sulle azioni delle persone, sui dettagli: i gesti, i profumi, le città, la natura.

C’è la storia, la storia vera, dove i fatti di cronaca realmente accaduti si intrecciano e passano sulla sfondo delle vicende della protagonista. C’è la letteratura, la scienza, ma anche la filosofia, che Federica ha studiato e insegna, quella della maieutica, di Platone, della riflessione profonda sul senso delle cose, con le sue domande e i suoi quesiti in grado di scuotere l’animo, ma c’è anche l’attimo, il tempo sospeso, l’emozione di un bambino, la caducità di una foglia di ginko, un attimo di follia sospeso su un tappeto di foglie dorate.

C’è l’amore, c’è la vita, c’è la morte e la paura, così come c’è il desiderio e l’aspettativa di qualcosa che verrà.

In poco più di un centinaio di pagine c’è un viaggio, quello di Federica, ma non c’è solo questo, il senso del romanzo non sta nel raccontare una vita con gli occhi anziani e saggi o almeno non solo, il senso è nel riscoprire ciò che più conta nella vita degli essere umani: le relazioni e l’amore.

Il sentirsi legati a qualcuno e parte di qualcosa, questo è il vero senso e forse l’unica risposta alle domande che ci facciamo sempre, a quel “perché a me?” che ci ronzano spesso in testa.

Persino i titoli dei capitoli del romanzo hanno un significato non sempre manifesto, ma comunque profondo e importante, qualcosa che comunque non lascia indifferenti.

In conclusione Aperta parentesi è una lettura che resta impressa, pur essendo scorrevole e leggera, certe parole si depositano là dove esattamente si devono depositare e restano a scavare nei nostri perché, nelle nostre “parentesi aperte”.

Samanta Crespi

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