Alpha – Un’amicizia forte come la vita: recensione

Una volta i fratelli gemelli Albert e Allen Hughes erano una certezza del cinema all black, quello dei ghetti americani, quindi usciti fuori negli anni ’90 si fecero subito notare con un’opera come Nella giungla di cemento per poi bissare con Dollari sporchi; nel 2001 danno una sterzata totale alla loro carriera di cantori delle periferie di città, realizzando il lungometraggio La vera storia di Jack lo squartatore, interpretato da Johnny Depp e tratto da una graphic novel di Alan Moore, un titolo che mostra come i due fratelli siano poco propensi a rimanere alle loro radici di autori esclusivamente drammatici e portando in scena un film horror dall’ambientazione vittoriana con colori molto forti.

Dopo aver portato sui grandi schermi l’avventura post apocalittica di Codice Genesi, con un Denzel Washington nei panni di un letale non vedente, ecco che i due Hughes decidono di separare i loro cammini, dedicandosi ognuno di loro a dei progetti diversi; Allen decide di tornare nel 2013 all’amato dramma di città con Broken city, mentre Albert, più propenso a rimanere sulla strada opposta al genere che l’ha lanciato, dedica la propria attenzione al qui presente Alpha – Un’amicizia forte come la vita.

L’opera è un prodotto ambientato 20.000 anni fa, quando la terra era popolata da uomini guerrieri e selvaggi, ma dal forte istinto di sopravvivenza, e tutto fa da sfondo ad un’amicizia particolare che nasce tra un giovane futuro capo tribù ed un cane lupo; tutto ha inizio quando Keda (Kodi Smit-McPhee), figlio del prode Tau (Johannes Haukur Johannesson), signore valoroso alla guida di un gruppo di guerrieri, finisce col rimanere solo e disperso tra le lande della terra che vive, ormai creduto morto e abbandonato quindi anche dal suo addolorato padre.

Ma Keda, dopo essere sopravvissuto ad una caduta da una rupe, riprende da solo il suo viaggio di ritorno, all’inseguimento dei suoi simili e andando incontro ai pericoli che popolano il suo mondo, come animali selvaggi ed affamati.

Tra loro c’è un gruppo di lupi, ma uno di questi, dopo essere stato ferito e poi curato dal ragazzo, diventa ben presto un fido compagno di viaggio per Keda, instaurando con lui un forte legame e facendosi affibbiare anche un nome importante: Alpha.

Per i due sopravvissuti questo tragitto di formazione li unirà in tutto e per tutto.

Pellicola dai principi a suo modo ecologici, o a tratti anche animalisti (c’è pietà per i lupi, ma conigli e cinghiali sono solo buoni da mangiare in questo film), Alpha – Un’amicizia forte come la vita è un po’ un bignami del già visto in fattore di film dall’ambientazione preistorica, prendendo diverse direzioni sul suo andamento narrativo e acchiappando a tratti determinati elementi da alcuni titoli cardine del genere (si pensi al fondamentale La guerra del fuoco di Jean-Jacques Annaud o anche al meno affascinante 10.000 A.C. di Roland Emmerich); quello che però evidentemente sta tanto a cuore in Hughes è realizzare una sorta di Revenant – Redivivo in piccolo, cioè con esiti spettacolari e registici meno ambiziosi, certo tutto senza disdegnare l’utilizzo della CGI (gran parte del film è ritoccato in digitale, cane Alpha compreso), ma pur sempre in una veste del tutto modesta.

Addirittura l’andamento narrativo si lascia andar via velocemente, sviluppando determinati rapporti, come quelli tra Keda e il padre o tra Keda e lo stesso Alpha, con una certa lestezza tanto da non dar neanche modo di affezionarsi totalmente a loro.

E sinceramente non c’è neanche questa gran voglia di voler mostrare paesaggi immensi e bellissimi, nonostante siano parte integrante della trama, ma solo un’ambita e ricercata aspirazione a voler ricreare una parabola animalista gemellata al fattore umano che si annida nel più puro degli animi.

Grandi ambizioni, certo, ma esiti finali che sono sulla linea di un prodotto a dir poco modesto e, soprattutto, inessenziale.

Mirko Lomuscio