Nonostante la dipartita del grande Leslie Nielsen, come anche di gran parte del cast principale, e nonostante siano stati lasciati fuori dal progetto i due fratelli Jerry e David Zucker (gli unici rimasti dopo la scomparsa del collega Jim Abrahams), Paramount Pictures in questo 2025 ha pensato bene (?) di riportare in sala tutto l’umorismo e il demenziale di una serie, prima televisiva poi cinematografica, come quella di Una pallottola spuntata, esilarante parodia di quel genere poliziesco dove si è visto trionfare integerrimi uomini della legge, in primis l’ispettore Callaghan interpretato da Clint Eastwood.

E controparte comica di quest’ultimo personaggio è stato quindi l’esilarante Frank Drebin di Nielsen, la cui impronta e immancabile capacità di combinare guai hanno lasciato il segno con una trilogia cinematografica che ancora in molti portano nella propria memoria e nel proprio cuore.

Affidando la produzione di questo reboot voluto a gran cassa al Seth MacFarlane de I Griffin, il nuovo Una pallottola spuntata ha quindi per protagonista il figlio di Drebin, anch’egli uomo di legge ed interpretato da un Liam Neeson in insospettabile veste comica, il quale, con la stessa qualità professionale del padre, si getta in una indagine pericolosa e scottante, che lo metterà alla ricerca della verità tra letali uomini di potere, come Richard Cane (Danny Huston), e femme fatale misteriose, come Beth Davenport (Pamela Anderson), la sorella di un uomo presumibilmente assassinato.
L’istinto di Drebin jr farà sì che il nostro integerrimo agente lasci un segno indelebile nel corso di questa operazione, anche perché di gag in gag la verità è pronta a farsi viva sul suo percorso.

Operazione fallimentare che già dai presupposti ha allontanato dalla propria realizzazione chiunque ancora esistente sia stato parte della saga originaria, Una pallottola spuntata 2025, diretto dall’Akiva Schaffer di Hot Rod – Uno svitato in moto e Vicini del terzo tipo, è un’opera facilmente stroncabile già dal suo approccio visivo e lontanamente accostabile alle atmosfere dei prodotti originari, con quell’estetica molto vicina al cinema d’azione odierno e senza alcuna voglia di alleggerirsi con colori vivaci come già fu nei titoli interpretati da Nielsen.
Sembrerebbe un dettaglio di poco conto, così sulle prime, ed invece tale approccio difficilmente crea la stessa ilarità che necessitava, nonostante il film in sé sia pregno di scenette comiche e momenti facilmente imbarazzanti, dove nel mezzo troviamo un Neeson straniante e comunque in parte che, in tutta sincerità, avrebbe meritato una saga comica tutta per sé e non questo reboot.
Ma è veramente tutto da buttare in questa pellicola? In verità non proprio, perché l’operato di Schaffer porta a segno almeno qualche gag ben assestata, ma rimane il problema che fanno parte di un’operazione che sa di inutile già dal principio, perché rielaborare a proprio modo la comicità del trio Zucker-Abrahams-Zucker non è cosa facile, anzi un’azione del genere rasenta la blasfemia a livello cinematografico.

Senza però aggrapparsi ad esagerazioni critiche che possano affossare facilmente Una pallottola spuntata reboot, c’è almeno da dire che i risultati finali potevano anche essere peggio, qualche risatina la si può anche trovare, soprattutto per le nuove generazioni poco consce dei film originali, e gli altri attori si lasciano ben andare da questo giochino scemo del prendere in giro gli stilemi del genere poliziesco ed action; attori del calibro della Anderson, di Huston, più la partecipazione di Paul Walter Hauser, CCH Pounder, Kevin Durand e una fugace apparizione di Priscilla Presley (e se sbattete le palpebre non vi accorgerete neanche della sua presenza).
Certo a loro modo tutti alquanto sprecati, ma bisogna ammettere che recentemente il cinema demenziale ha visto anche di peggio.
Mirko Lomuscio