In dvd grazie a Blue Swan Entertainment, arriva dalla Spagna un lungometraggio che parla di amore per il cinema e per l’immaginazione che permea le persone più impensabili, un’opera toccante diretta dalla Lone Scherfig autrice di An education e che vede tra gli sceneggiatori anche il cineasta brasiliano Walter Salles (recente trionfatore agli Academy Awards per il suo Io sono ancora qui nella categoria film internazionale) e Isabel Coixet (regista de La vita segreta delle parole e de La casa dei libri).
Tratto da un libro di Hernán Rivera Letelier, La bambina che raccontava i film è un titolo dalle premesse molto forti, capace di arrivare al cuore delle persone con tematiche molto care agli amanti della Settima arte.
1966. Siamo in Cile, nella cittadina mineraria del Deserto di Atacama. Qui vive la giovane María Margarita (Alondra Valenzuela), la più piccola di quattro fratelli, figlia amorevole di María (Bérénice Bejo) e Medardo (Antonio de la Torre), con i quali condivide una vita semplice fatta di attese per la Domenica.
Infatti, in tale giorno tutti si riuniscono per andare insieme al cinema, assistendo alle varie pellicole di successo che troneggiano nella sala del luogo: dai film con John Wayne a quelli interpretati da Marilyn Monroe, la piccola María si lascia coinvolgere dalle storie e dagli eventi delle loro trame, tanto da farle proprie nella sua creativa mente.
Ciò le darà modo di tirare fuori una inimmaginabile dote: saper raccontare lo svolgimento dei film in modo da far sognare ad occhi aperti anche chi non ha avuto modo di assistere a quelle pellicole.
Un dono più unico che raro che María vive in un contesto di pura rivoluzione, sia nella cittadina dove abita che nella propria famiglia, a partire da suo padre minatore, infermo per via di un incidente avvenuto sul lavoro, posto in cui è al comando il suo capo Hauser (Daniel Brühl).
Cavalcando l’onda del tempo, fino ad arrivare ad una María post adolescenza interpretata da Sara Becker, La bambina che raccontava i film è dunque un racconto per immagini pregno di significati e vite vissute che colpisce al cuore grazie alla propria sincerità d’animo, mostrando un gruppo di personaggi emblematici cari alla causa che si porta dietro.
La forza dell’immaginazione e la voglia di sentir parlare di happy ending cari al regno della cinematografia spingono la regista Scherfig a potersi immergere nella direzione di una storia toccante che mischia cruda realtà con sogni su celluloide, strizzando l’occhio al Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e lasciando sì che la visione di pellicole come L’uomo che uccise Liberty Valance, Colazione da Tiffany, L’appartamento, Les parapluises de Cherbourg e Spartacus riecheggino tra le righe di una storia di vita votata a commuovere e a far pensare.
Si accodano a questa causa le performance di contorno della Bejo, di de la Torre e di Brühl, i quali ben si accostano all’interpretazione centrale della Valenzuela (e della Becker anche), la quale si fa portavoce primaria de La bambina che raccontava i film grazie ad una sincerità recitativa importante per la causa qui esposta.
Mirko Lomuscio