Storie di padri e figli se ne sono viste nel corso di tutti questi tempi al cinema, ognuna di esse con i propri risvolti o anche con la perenne ricerca di un dramma che spinga alla lacrima facile; si accoda ora a questa lunga tradizione il qui presente In viaggio con mio figlio, opera diretta da Tony Goldwyn, attore che si è cimentato per decenni come antagonista in diversi film (da Venerdì 13 parte 6 – Jason vive a Ghost – Fantasma, fino ad arrivare a The Belko experiment: chi sopravviverà?), ed interpretata da un nutrito gruppo di attori, pronti a mettersi in gioco per una storia ricca di emozioni e determinati confronti generazionali.
Protagonista è il comico stand up Max (Bobby Cannavale), il quale ha un matrimonio distrutto con la moglie Jenna (Rose Byrne) e vive ora in casa del proprio padre Stan (Robert De Niro).
Il pensiero fisso di Max, oltre alla propria carriera pronta ad essere lanciata nelle grandi televisioni, è l’amore per il figlio Ezra (William A. Fitzgerald), un bambino affetto da una forma di autismo e che ha bisogno di essere seguito nella sua crescita.
Tale malattia porterà poi il piccolo a dover frequentare una nuova scuola per persone come lui, ma Max, che non intende lasciare che Ezra sia trattato in tal modo, decide di affrontare la più grande delle sue sfide, ovvero andare contro le mentalità ottuse che non guardano in fondo a questa situazione.
Da solo contro tutti e mano al volante, l’uomo prende suo figlio e lo coinvolge in un lungo viaggio, in fuga verso un obiettivo preciso che possa aprire una nuova speranza per Max ed Ezra.
Con uno sguardo inizialmente leggero, che non stenta ad utilizzare un sottile e piacevole umorismo di fondo sempre ben accetto, In viaggio con mio figlio è un lungometraggio che ci trasporta in questa trama sentita e profonda, scritta da Tony Spiridakis, e si fa ben sentire per come riesce a costruire l’iter dei suoi personaggi.
Non che Goldwyn regista, che qua si ritaglia il ruolo secondario del nuovo compagno di Jenna, sia un occhio sopra la media, c’è però da dire che fa il giusto e lascia parecchio spazio alla delineazione dei suoi personaggi; a primeggiare è ovviamente Cannavale, sulle cui spalle si regge l’intera credibilità del film, il quale si destreggia tra i ben funzionali Byrne e De Niro, più anche Whoopi Goldberg nei panni della sua manager, alternando momenti ilari con altri più toccanti.
Poi nel mezzo del tutto prende vita il lato on the road della storia, dove il viaggio come cambiamento sterza In viaggio con mio figlio verso un risultato avvincente, regalandoci le partecipazioni guest di altri interpreti come Rainn Wilson e Vera Farmiga, ma tornando in conclusione ad una narrazione pacata e delicata, senza fare la differenza sul fronte artistico e lasciando che l’argomento primario del tutto non sia sviluppato malamente.
Se siete in cerca di buone emozioni come anche di una determinata leggerezza, In viaggio con mio figlio è l’opera che fa per voi, certo un po’ ruffiana e facilona per determinati aspetti, ma che in fin dei conti vive di una sincerità d’animo che fa sempre ben piacere vedere e trovare.
Mirko Lomuscio