Per mano della Colorado Film continua imperterrita questa voglia di riscoprire e rifare in salsa nostrana determinati titoli internazionali, in modo da portare al pubblico italiano sguardi e spunti di altri paesi riportati sotto un’ottica più vicina alle nostre abitudini e stili di vita.
Stavolta tocca alla pellicola del 2022 intitolata 30 noches con mi ex, di origine argentina, la cui trama serve per dare vita al qui presente 30 notti con il mio ex, nuovo lungometraggio firmato Guido Chiesa, un esperto in remake italiani dell’ultima decade (Belli di papà, Ti presento Sofia, Una notte da dottore), ed interpretato da una coppia di interpreti come l’infaticabile Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti.
La storia è quella del marito separato Bruno (Leo), un uomo in carriera e a capo di una società finanziaria, che vive con la propria figlia adolescente Emma (Claudia Harvey), cercando magari di recuperare i pezzi di un’esistenza passata e lasciandosi alle spalle svariate problematiche.
Una di questa è la sua ex moglie Terry (Ramazzoti), rinchiusa in una clinica per problemi mentali e ora alle prese con un lungo percorso per un recupero emotivo.
Parte di questo percorso prevede il rientro della donna nella vita della sua famiglia, voluto fortemente da Emma e che spinge Bruno ad dover accettare una proposta difficile; ospitare Terry per trenta giorni in casa propria, con l’obiettivo di farle recuperare il giusto equilibrio mentale per un reinserimento nella società.
Ovviamente scettico di fronte a tale decisione, Bruno man mano ne subirà le conseguenze, ritrovando però nel mezzo quel punto di vista di una volta che lo spingerà a guardare Terry come la donna speciale che conobbe tempo fa.
Siamo d’accordo che lo spunto iniziale non sia farina del sacco del regista Chiesa come anche dell’elite di sceneggiatori Colorado che ci sono alla base (Michele Abatantuono, Lara Prando, Nicoletta Micheli), ma arrivare a chiedersi dove voler andare a parare con un film come 30 notti con il mio ex è lecito e sensato.
Infatti, già dall’esile premessa, il film in questione non è che lascia molto a desiderare sul cosa ci riservi, dato che qua ci troviamo di fronte all’ennesima pellicola italiana leggera, ma con punte di sentito dramma, che mette nel mezzo una storia sentimentale stantia e senza alcun guizzo creativo del caso, lasciando che Leo e la Ramazzotti si destreggino in questa esile storia priva di mordente, il primo col suo solito fare sornione, la seconda in una veste soft borderline che poco le si addice.
Inoltre, lasciando in disparte la storia d’amore che c’è sopra a tutto, anche il discorso sulla sanità mentale e dei conseguenti disabili era stato ben affrontato in passato nel cinema italiano e anche meglio, basti pensare ad un film come Si può fare di Giulio Manfredonia, di cui questo 30 notti con il mio ex sembra riproporre il medesimo argomento sanitario mentale, risvolti compresi.
Poco possono fare poi le presenze di comprimari di contorno, come Paolo l’amico e collega di Bruno, interpretato da Claudio Colica, o la psicologa Angela, ricoperta da Anna Bonaiuto, due sagome che dovrebbero fare da riempimento a questa pellicola e alla semplicità che la uniforma, ed invece sono parte integrante di un’operazione che non trova alcunché ragione d’esistere, né come remake né come film a se stante del nostro panorama cinematografico.
Mirko Lomuscio